Santi (sempre meno), poeti, navigatori ma noi italiani siamo pure un popolo di spreconi alimentari. Frutta e verdura comprese. La notizia arriva dall'Europa, dal Centro Comune di Ricerca della Comunità europea che ha misurato lo spreco italiano dell'intera filiera alimentare: 270 milioni di tonnellate. In testa troviamo frutta e verdura, a seguire carne, pesce, cereali, uova e prodotti caseari.
Italiani spreconi
Sono dati che ci fanno salire sul gradino più alto del podio degli spreconi europei, l'indagine è riferita al periodo compreso tra il 2000 ed il 2017. Sorprende il secondo posto dei tedeschi visto che la Germania nell'immaginario collettivo è un paese ricco, frugale e attento al risparmio e alla sostenibilità ambientale. Al terzo podio sale la Spagna che con i tedeschi producono 230 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari. Questo il trio degli spreconi tra le 27 nazioni comunitarie evidenziato nel report comunitario.
Sprecano gli “utilizzatori finali”
Oltre la classifica, seppur interessante da conoscere per noi italiani, il report mette in evidenza il nuovo metodo di calcolo basato su un flusso di dati completo della catena alimentare. In sintesi: si parte dalla produzione, si passa attraverso il commercio e la filiera si chiude con i consumatori finali. Qui il punto debole. Ci svelano questo dato le percentuali: nel 68% dei casi lo spreco è firmato dai consumatori. La percentuale sprecata in fase di vendita è pari al 7% mentre arriva al 25% lo spreco prodotto, la cifra si divide equamente, in fase di produzione del cibo e poi nei processi di lavorazione. Merito anche dei processi di recupero che le aziende, già a iniziare dal campo, hanno messo in pratica per recuperare gli scarti. Efficienza nei processi produttivi guidati sia da un maggior risparmio sia da una maggiore coscienza ambientale che si perdono quando i prodotti entrano in casa.
La nuova politica alimentare
Visti questi risultati l'Unione Europea sta progettando una nuova politica alimentare dove si intende coinvolgere tutta la filiera. Quindi produzione, distribuzione e consumo. C'è da far scendere lo spreco. A livello mondiale viene sprecato circa un miliardo di tonnellate di alimenti. E in tanti fanno la fame.