26 settembre 2023

Sukkot: tutti pazzi per i cedri di Calabria

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Il cedro deve essere puro, cioè nato senza innesti, avere la buccia liscia senza macchie e la forma simile a un cuore, pesare tra gli 80 e i 250 grammi. Questo prescrive la Torah per celebrare la Festa delle Capanne (Sukkot) e questo è il motivo per cui ogni anno da luglio a settembre arrivano in Calabria, in particolare tra Diamante e Scalea (Cosenza),   rabbini da tutte le parti del mondo.

Citato nella Bibbia

Conosciuta anche come Festa dei tabernacoli, il Sukkot – che quest’anno cade tra il 30 settembre e il 7 ottobre – è l’evento più importante del calendario religioso ebraico e ricorda la permanenza del popolo di Israele nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto.

Le origini del cedro, d’altra parte, sono antichissime, nella Bibbia  è citato una 70ina di volte e nel Cosentino la coltivazione risale proprio alla presenza in zona di comunità ebraiche sin dai primi secoli dell’era cristiana.

“Il cedro non è un prodotto autoctono, sono state proprio le comunità ebraiche nella loro peregrinazione ad averlo portato in Calabria, dove ha trovato un microclima unico, per la corrente calda del mare e la corrente fredda della montagna, che ha generato la varietà considerata la migliore, la liscia diamante”, ha spiegato a Laura Aldorisio del Corriere Angelo Adduci, presidente del Consorzio del Cedro di Calabria.

I rabbini si danno appuntamento a Santa Maria del Cedro per selezionare, insieme ai contadini, i cedri migliori per il Sukkot, con la giusta forma allungata e immacolata. Una variante molto delicata, che teme il freddo. Quando la raccolta si è conclusa, le cassette contenenti i cedri avvolti nella paglia e sigillati uno per uno prendono la strada dell’aeroporto di Lamezia per raggiungere le sinagoghe di tutto il mondo ed essere distribuiti alle famiglie per la festa.

L’oro di Calabria è Dop

Utilizzato nella pasticceria e nella ristorazione ma anche nella cosmetica e nei liquori, il cedro ha registrato una prima fase di commercializzazione solo a inizio Novecento. Iscritto nel registro delle Denominazioni d’origine protette (Dop), il cedro di Santa Maria del Cedro ha, per la commissione europea, “colore, forma e consistenza della scorza unici”.

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