Prima tra tutte Melissa. E poi Marisol, Rossetta, Gioelita, Marimbella. Tutte precoci, adatte ai climi miti, caratterizzate da rusticità, precocità e standard organolettici elevati.
Parliamo di alcune delle varietà di fragola di Nova Siri Genetics (NSG), la società fondata nel 2005 dal tecnico spagnolo Jose Miguel Arias e dal genetista lucano Nicola Tufaro, che in pochi anni è diventata azienda di riferimento per ricerca e innovazione varietale. Proprio sulla ricerca ora Nova Siri Genetics fa il punto.
Myfruit.it ne parla con Carmela Suriano (nella foto sotto), direttrice Emea: “Si tratta di varietà precoci, nel caso di NSG203 Marimbella e di Melissa, e medio-precoci (Rossetta) – ricorda – La ricerca NSG è rivolta all’ottenimento di fragole che possano fare fronte ai cambiamenti climatici. Varietà rustiche, quindi, per limitare l’impiego di prodotti fitoiatrici. Le nostre varietà rispondono agli obiettivi che ci siamo prefissati e il consenso di produttori, buyer e consumatori conferma che stiamo andando nella direzione giusta”.
Il cambiamento climatico è una discriminante importantissima, ovviamente. “Gli sbalzi termici stanno aumentando e caratterizzando sempre più i nostri inverni, che alternano giornate calde a periodi più freddi – spiega la direttrice Europe, Middle East e Africa – Servono quindi varietà resistenti agli sbalzi. Marimbella viene considerata positivamente proprio perché, malgrado i repentini cambi di temperature, continua a produrre e non registra problemi per la tenuta dei frutti. Frutti che, anzi, restano brillanti, con il calice integro. La colorazione è bella, di un rosso brillante in inverno e arriva sui mercati con ottima vita commerciale”. Insomma, ottime performance quali-quantitative che spiegano la soddisfazione dei produttori.
Ampliare il calendario produttivo
D’altra parte, il mercato apprezza queste varietà perché nei mesi invernali gli areali mediterranei possono rifornire il nord Italia e l’Europa destagionalizzando l’offerta di fragole. “Per i produttori mediterranei il vantaggio consiste nel riuscire ad ampliare il calendario di produzione – conferma Carmela Suriano – La shelf life di queste fragole è molto apprezzata, possono rimanere sui banchi per alcuni giorni senza problemi di colore e di tenuta. E, questo, è sicuramente un punto di forza”.
Dal 2019, anno della sua introduzione con piccole quantità, Marimbella sta crescendo in modo esponenziale, incontrando, appunto, il favore della produzione e della Gdo. “In Italia è diffusa in tutte le regioni meridionali, in particolare in Campania, dove i produttori possono fornire la Gdo da dicembre con le piante a cima radicata fidelizzando il consumatore – dice Suriano – Secondo gli ultimi dati di Cso Italy, Marimbella vale il 39% del totale di fragole coltivate”.
Quella malsana abitudine di anticipare le vendite con cultivar che precoci non sono
Il mercato della fragola è particolare, dipende dalla programmazione dei produttori sui mercati di riferimento e dall’andamento climatico. “In Campania Marimbella sta andando bene. I prezzi oscillano a seconda delle settimane a causa delle condizioni climatiche. In questi ultimi giorni, ad esempio, hanno subito una riduzione importante per l'aumento delle temperature e quindi dei volumi immessi sui mercati. Dobbiamo però fare molta attenzione. Se abbiamo varietà non precoci, e le stressiamo per soddisfare richieste anticipate, rischiamo di rovinare il prodotto e il mercato stesso – osserva Carmela Suriano, che è anche presidente della Op Terre della Luce di Policoro, in Basilicata – Per questo è molto importante ampliare il calendario, in modo da stare sul mercato sei/sette mesi. In questo modo, potendo contare su buone caratteristiche organolettiche e di salubrità, si possono gestire meglio le altalene dei prezzi”.
“Melissa, essendo molto rustica, sta dando molta soddisfazione in coltivazione biologica – continua Suriano – Si adatta bene in Campania, soprattutto nel Casertano dove, nei mesi invernali, le condizioni climatiche sono più miti. Oggi si produce da dicembre a giugno”.
Da maggio la produzione di fragole si sposta nel Veronese e in Trentino. “Questo si traduce in un vantaggio per Italia – osserva Suriano – Mentre la Spagna ha solo un areale produttivo (Huelva), noi passando da sud a nord possiamo produrre anche nei mesi estivi. Malgrado ciò, proprio in estate l’Italia importa enormi volumi di fragole dai paesi del Nord”.
La frammentazione varietale non aiuta
“L’ultimo report di Cso Italy mette in evidenza anche una elevata frammentazione varietale: meno superfici e più varietà, soprattutto al nord. “Veneti ed emiliani usano troppe cultivar – conferma Suriano – E troppe cultivar, simili ma non uguali, confondono il consumatore. Anche la Spagna soffre il problema, mentre gli anni scorsi le varietà erano tre o quattro, oggi sono 12/13. E lo svantaggio è anche per i magazzini che fanno fatica a lavorare tutte queste varietà. Sicuramente il ventaglio si restringerà nel giro di qualche anno”.
Intanto, Grecia e Marocco crescono in termini di superfici, ricorda Suriano che aggiunge: “L’Italia in primavera importa da Marocco, Spagna ed Egitto, in estate da Paesi Bassi e nord Europa. La situazione attuale è molto complicata, ma abbiamo anche grandi potenzialità per incrementare i volumi nei mesi primaverili e ridurre così le importazioni. Nei mesi estivi è più difficile, diciamo impossibile al sud, mentre il nord dovrebbe riqualificare la produzione con investimenti e tipologie di impianti fuori suolo per elevare standard qualitativi e rese per ettaro in pieno campo. Rese ora molto basse”.
E mentre Campania, Basilicata, Calabria e, soprattutto, Sicilia, si attrezzano, Nova Siri Genetics inizia a pensare all’innovazione varietale per il nord Europa. E’ questo il futuro prossimo.