03 ottobre 2018

Tarulli, previsioni prudenti per la campagna in corso

39

Atteggiamento prudente per la campagna in corso in casa Tarulli, la Op nel barese dedicata esclusivamente alla produzione di uva biologica. «Mancano ancora due mesi e questa è la parte più difficile – spiega Marilena Daugenti Tarulli  se piovesse rischieremmo di perdere un bel po', per questo siamo molto prudenti: quando inizia a piovere non possiamo fare niente, non abbiamo armi di difesa». Comunque, continua la Tarulli: «la qualità non è delle migliori ma non vogliamo e non possiamo lamentarci poiché, con i costanti piani di difesa che abbiamo nella produzione biologica, riusciamo ad avere sempre una buona qualità».

Il gruppo, presente sul mercato da oltre vent'anni, è diventato organizzazione di produttori nel 2007 e può contare su 270 ettari complessivi di vigna in produzione dislocati in tre zone differenti: nel Tarantino, a Mola di Bari, vicino Noicattaro e nella zona di Sanicandro, nella provincia settentrionale di Bari. Ogni zona ha terreni e climi differenti che danno origine a qualità organolettiche altrettanto diverse: nella zona di Taranto, più calda e bassa come altitudine, vengono coltivate le uve più precoci e senza semi, con un grado di brix elevato, nella zona di Sancandro i terreni più rocciosi donano maggior croccantezza a determinate varietà di uva, caratteristiche simili nell'area di Mola dove, però, c'è anche l'influenza del mare.

Tarulli_Uvadatavola_SweetSunshine

Uva da tavola biologica Sweet Sunshine

La Op coltiva solo uva biologica ed è l'unico gruppo nel biologico ad avere tutte le nuove varietà della IFG, oltre che di altri breeders . «Facciamo sperimentazione nei nostri campi e crediamo nelle nuove uve che testiamo ma che ovviamente vanno sperimentate a proprie spese, poiché spesso sono di buona qualità e più facili da produrre». 

Dopo  molti anni di studio e ricerca, Tarulli ha selezionato nuove varietà di uva tra cui Sweet Celebration, Sweet Sunshine, Arra 15, Arra 29, Arra 19 e Jack's Salute, già disponibili sul mercato. È ancora presto, spiega sempre Marilena Daugenti Tarulli, per fare una previsione sulle vendite di queste nuove varietà: «Faremo un bilancio a fine anno – spiega –  l'impressione  è che si fa fatica a vendere qualcosa in questo momento perché nel convenzionale i prezzi quest'anno sono bassi e questo rende tutto più difficile per noi che facciamo bio per una specie di condizionamento». 

Tarulli è sempre alla ricerca di nuove varietà che siano più adatte al bio, meno attaccabili da malattie, più resistenti e con maggiore shelf-life. «Non usando anti muffe abbiamo bisogno che abbiano una shelf-life varietale già forte che ci aiuti, soprattutto nelle uve tardive, per coprire periodi come ottobre e novembre. Quindi queste uve in questo momento stanno avendo una buona resistenza nonostante l'umidità, stanno dando risultati interessanti».

Le catene della Gdo europea, clienti di riferimento del gruppo che esporta il 100% della propria produzione, hanno già mostrato interesse per queste nuove varietà, ma quello che cercano è principalmente «un buon prodotto con buon rapporto qualità-prezzo: è raro che ci sia qualcuno interessato a quella varietà perché l'ha assaggiata o perché ne ha sentito parlare: aspettano che l'uva arrivi e se ha il risultato che vogliono è buona, a prescindere dal nome». 

Potrebbe interessarti anche