Migliorare e stabilizzare il reddito delle imprese agricole utilizzando strumenti, tecnologie, tecniche e innovazioni green oggi disponibili sul mercato, a partire dalle coltivazioni fuori suolo. È questo l’obiettivo di RedOrt, progetto che il consorzio Agribologna ha condotto negli ultimi due anni in collaborazione con Ri.Nova, il Crea-Ofa e Agronica Group. Un percorso lungo e articolato, svoltosi nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2014-2020 che ha visto coinvolte in maniera diretta diverse aziende socie di Agribologna, protagoniste dell’innovazione e dell’ammodernamento dei propri processi produttivi.
Elementi strategici
Al centro del piano di innovazione, cinque elementi ritenuti strategici per il rinnovamento delle aziende agricole: lo sviluppo delle produzioni fuori suolo, la riduzione del consumo idrico, l’incremento della capacità contrattuale del consorzio Agribologna in fase di vendita, la creazione di una catena informativa aziendale attraverso una raccolta digitalizzata delle operazioni produttive e il coinvolgimento dei consumatori attraverso un programma di educazione alimentare.
Quest’ultimo ha coinvolto da marzo 2023 ad aprile 2024 quattro aziende agricole socie di Agribologna che, nell’ambito dell'iniziativa Magica Terra, hanno aperto le porte alle classi coinvolgendo più di 1000 alunni di 44 sezioni e classi delle scuole dell’infanzia e primaria del Comune di Bologna. Un’azione di educazione alimentare e di informazione della filiera orticola che il consorzio Agribologna ha fortemente voluto per comunicare i propri valori e valorizzare il prodotto ortofrutticolo dalla terra alla mensa attraverso momenti di esperienza diretta e laboratori.
Puntare sulla ricerca
“Il valore di mercato dei prodotti ortofrutticoli non tiene conto delle innumerevoli variabili che operano lungo il processo di coltivazione e, per questo, la redditività delle imprese ortofrutticole è soggetta, da sempre, a forti fluttuazioni - spiega Stefania Delvecchio, responsabile di progetto per conto di Ri.Nova - In questo contesto, ricerca e innovazione hanno aiutato gli agricoltori a restare competitivi sul mercato, differenziando i loro prodotti e segmentando l’offerta in base alle nuove richieste che arrivavano dai consumatori. Con RedOrt si va oltre: attraverso questo progetto il consorzio Agribologna ha avviato un piano di innovazione che tocca ogni componente del reddito d’impresa delle proprie aziende agricole: dalle pratiche agronomiche in campo fino alla raccolta e all’elaborazione dei dati di tutti gli anelli della filiera, passando per la contrattazione in fase di vendita per finire alle azioni di comunicazione nei confronti del consumatore”.
Obiettivo: aumento del 5% del reddito
L’obiettivo finale è concreto: ottenere un incremento del 5% del reddito delle imprese agricole attraverso l’utilizzo di nuove strategie e tecnologie a basso impatto ambientale. Per raggiungerlo, a una prima fase dedicata alla selezione dei settori e degli strumenti su cui investire ne è seguita una seconda per verificare l’adeguatezza tecnico-scientifica degli strumenti stessi. Una serie di test e sperimentazioni che hanno preso forma all’interno di aziende agricole socie di Agribologna specializzate nella produzione ortofrutticola.
“Le coltivazioni fuori suolo comprendono tutte quelle tecniche di produzione di ultima generazione che non utilizzano il terreno agrario come supporto di crescita per le principali specie orticole di interesse commerciale - sottolinea Gianluca Baruzzi del Crea-Ofa (Centro di ricerca olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura), responsabile scientifico di RedOrt - In Italia queste tecniche sono in costante sviluppo e a oggi si stima che occupino tra il 4 e il 10 % della superficie ricoperta da serre. In questo contesto, viste le richieste del mercato e la propensione di produttori e agricoltori verso i processi di innovazione, abbiamo studiato nuove tipologie di coltivazioni fuori suolo da adottare per la lattuga e la fragola, produzioni di forte interesse commerciale per Agribologna, e per il pomodoro. Le tecniche più diffuse sul mercato sono la coltivazione tramite substrato per la fragola e il pomodoro, e il floating system per le lattughe”.
Fuori suolo
I vantaggi legati all’introduzione delle coltivazioni fuori suolo sono diversi (produzione maggiormente programmabile, riduzione del consumo idrico, miglior controllo delle condizioni fitosanitarie, riduzione dei concimi e dell’impiego di manodopera) ma anche le criticità non vanno sottovalutate: tra queste pesano gli elevati costi per la predisposizione e la gestione dell’impianto, oltre alla necessità di disporre di acqua di buona qualità e alla cura che necessitano le piante per evitare il rischio di asfissia radicale.
Difetti che RedOrt ha cercato di correggere attraverso le sue sperimentazioni, come spiega Barbara Calegari, socia dell’azienda agricola Calegari, una delle realtà coinvolte nel progetto da Agribologna.
“La nostra azienda coltiva pomodori fuori suolo - racconta -. Nel corso del 2023 abbiamo lavorato su diversi tipi di substrati, alcuni con fibre di cocco, altri a grana più grossa con all’interno dei nitrati e uno con la zeolite. I dati di accrescimento delle piante e di produzione sono risultati positivi ma l'elemento più interessante riguarda la possibilità di riutilizzare lo stesso substrato per più anni. Ciò comporterebbe un notevole risparmio in termini economici, limitando al minimo i lavori di pulizia e disinfezione, e diminuendo al tempo stesso il fabbisogno di manodopera per lo smaltimento dei substrati e la bonifica. Se consideriamo che questa tecnica di coltivazione permette anche di evitare i problemi legati alle malattie fungine, dando vita a prodotti più salubri, omogenei e in linea con le richieste del mercato, i vantaggi risultano davvero considerevoli”.
Non a caso le proiezioni di RedOrt sono molto interessanti e mettono in mostra ricadute notevoli sia sul fronte produttivo che economico.
“La coltivazione fuori suolo potrebbe far aumentare la produzione di fragola e lattuga del 20% - conclude Franco Linguerri, presidente del Consorzio Agribologna - che stando ai numeri di Agribologna significherebbe passare dagli attuali 2,5 milioni di kg di lattuga a circa 3 milioni e dai 50 mila kg di fragole a 60 mila. Prevedendo un risvolto positivo del progetto su circa il 30% delle produzioni è inoltre possibile stimare un aumento dei ricavi intorno all’1%, quantificabile in un beneficio economico di 600 mila euro. Il tutto riducendo al contempo l’impatto ambientale”.
L'iniziativa è realizzata nell’ambito Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020.
Fonte: Ri.Nova