Terremerse ha chiuso il proprio bilancio 2019 e fa il punto sull’andamento del primo quadrimestre 2020. Il risultato di esercizio 2019, per un fatturato consolidato del gruppo Terremerse pari a 165 milioni di euro, deve essere analizzato in relazione agli andamenti dei singoli settori, con il valore complessivo della produzione che è aumentato per 2,3 milioni di euro.
L’utile netto di Terremerse si attesta a 960mila euro, ottenuto in presenza di importanti accantonamenti (600mila euro) a fronte di eventuali rischi futuri. Non si può, infatti, ritenere il 2020 un anno normale, sia per l’emergenza sanitaria sia per le prospettive di stagnazione economica. Senza dimenticare gelo e siccità di questi primi mesi. Nonostante la difficile cornice che offre il 2020, i dati dei primi mesi sono comunque confortanti e superiori rispetto alle previsioni di budget, grazie al consolidamento della struttura logistica e commerciale delle Agroforniture, dei buoni dati di vendita del settore cereali e del settore carni.
“Il 2019 è stato il primo anno senza il comparto ortofrutta fresco per effetto della cessione del ramo di azienda ad Apofruit, che ha determinato il venir meno di circa 7,5 milioni di euro di fatturato. L’operazione, oltre ad aver prodotto benefici in termini economici, ha permesso il miglioramento della situazione finanziaria grazie alla cessione di due stabilimenti di lavorazione. In particolare, la posizione finanziaria netta di Terremerse ha avuto un beneficio di 7 milioni di euro a cui, oltre la citata vendita, hanno concorso il controllo del capitale circolante netto e il risultato di bilancio, considerando che comunque durante il 2019 la cooperativa ha avuto uscite finanziarie per investimenti per oltre 4 milioni di euro”, precisa il direttore generale di Terremerse, Emilio Sabatini.
In particolare le agroforniture hanno avuto un forte incremento di fatturato attestandosi a oltre 80 milioni, con una crescita dimensionale della struttura tecnica e logistica di distribuzione dei prodotti, facendo di Terremerse un partner strategico per le ditte fornitrici multinazionali.
Nel settore cereali la campagna 2019 ha fatto registrare un dato complessivo di raccolta di prodotto di circa 150 mila tonnellate. Per scelte commerciali le quantità vendute nell’anno sono state inferiori rispetto al budget, ma comunque superiori al 2018. Questo ha determinato una crescita del fatturato per 3 milioni di euro (da 31 a 34 milioni).
Del comparto ortofrutta (9 milioni di euro il fatturato) e degli effetti sul bilancio, è già stato scritto, ma si sottolinea che comunque il reddito operativo del settore è risultato in equilibrio, in sensibile miglioramento rispetto al 2018. Il settore carni ha vissuto un anno molto complesso per il rialzo dei costi delle materie prime, che si è fermato solo a febbraio del 2020. A livello di quantità vendute il nostro comparto fresco ha avuto un incremento consistente che ha compensato il calo della domanda di prosciutti. Il fatturato complessivo si è mantenuto intorno ai 21,5 milioni.
Conclude il presidente Marco Casalini: “L’anno 2019 ha dimostrato, ancora una volta, come l’articolazione e il complesso delle attività gestite da Terremerse sia una risorsa importante e la diversificazione delle attività ci consente di essere meno esposti a eventi collegati a variabili esogene. Questo ci permette l’attenuazione dei rischi di impresa, a tutela del patrimonio della Cooperativa e del nostro lavoro”.
Terremerse è una cooperativa multi filiera dell’agroalimentare. Da oltre 100 anni con i propri servizi integrati è al fianco di soci e clienti nei settori delle agroforniture, dei cerealproteici, dell’ortofrutta e delle carni. Attualmente la cooperativa è costituita da oltre 5.600 soci cooperatori e sovventori e conta più di 50 consulenti e tecnici agricoli e 375 dipendenti fissi e avventizi. La sede direzionale è a Bagnacavallo (Ravenna). Capillare è la sua presenza nel territorio emiliano romagnolo e nazionale, con numerosi punti vendita agroforniture e centri di ritiro e stoccaggio cereali.