Tempi duri nei rapporti tra Gdo e fornitori di generi alimentari. Se in Italia ha tenuto banco nei giorni scorsi il cartellino rosso alzato dall’Antitrust, con conseguente sanzione amministrativa pecuniaria di quasi 50 mila euro, a Coop Italia e Centrale Adriatica in seguito alla violazione dell’articolo 62 nei confronti di un grossista del settore ortofrutticolo (la Celox Trade di Cesena), anche in UK un leader mondiale del settore come Tesco deve fare ora i conti con la locale autorità di vigilanza.
Il Groceries Code Adjudicator (GCA), organo che regola e vigila sui rapporti tra retailer e i loro fornitori, dopo un’approfondita indagine (qui il report di 60 pagine) che ha preso in esame un periodo di poco più di un anno e mezzo (dal 25 giugno del 2013 al 5 febbraio del 2015) ha dichiarato che Tesco ha “irragionevolmente ritardato i pagamenti ai propri fornitori, spesso per lunghi periodi di tempo”, violando così il cosiddetto “Groceries Supply Code of Practice (the Code)”, il codice che regola i rapporti tra distributori e fornitori. L’indagine da parte del Groceries Code Adjudicator è iniziata nel settembre del 2014 quando l’azienda inglese aveva annunciato di aver sovrastimato gli utili del primo semestre per 250 milioni di sterline, somma poi arrivata a 263 milioni.
Ora Tesco, secondo quanto richiesto dal GCA, attraverso le dichiarazioni della responsabile per il settore dei generi alimentari Christine Tacon, dovrà rivedere il proprio comportamento, seguendo quanto indicatogli dall’organo di vigilanza inglese (per esempio, migliorare le procedure di fatturazione, rendendole più trasparenti). Un mese, questo il tempo a messo a disposizione per mettere in pratica tutte le raccomandazioni fornite del GCA.
Christine Tacon ha comunque dichiarato che Tesco è già all’opera per apportare i miglioramenti richiesti. La stessa azienda inglese, per di più, ha accettato i risultati dell’indagine e in una nota, attraverso il suo chief executive Dave Lewis, oltre scusarsi, ha dichiarato che in azienda è in atto un processo di revisione delle proprie procedure.
L’indagine ha anche cercato di capire se Tesco abbia richiesto ai propri fornitori pagamenti, magari in modo indiretto per aggirare i divieti previsti dal Codice attraverso la richiesta di contributi per il rinnovo di una gamma di prodotti o operazioni di category captains, in cambio di un miglior posizionamento a scaffale. In questo caso avrebbe nuovamente violato il Codice, ma, almeno per ora, come attesta il report, non sono state trovate prove a carico di questa nuova eventuale infrazione.
Credit foto: profilo FB di Tesco