Melanzane, zucchine, pomodorini, capperi, creme di legumi e ancora peperoni rossi quadrati della Motta e albicocche tonde di Costigliole, fagioli, asparagi bianchi, porri, funchi porcini. Un vero festival per frutta e verdura, nelle mani di 8 chef. Alla fine un solo vincitore, che ha presentato due piatti, come richiedeva il regolamento: “Fermentino fresco e stagionato, pane di farina integrale di mandorle essiccato a bassa temperatura, verdure fermentate in salamoia” e “Cous cous di mais con cagliata di mandorle affumicata, fiori di zucchina essicata, ortaggi”. L'autrice è Daniela Cicioni, cuoca free-lance (collabora a Milano con il Centro Botanico e Identità Golose,) che alla fine ha vinto la prima edizione del Concorso di Internazionale di Cucina Vegetariana e convinto la giuria, presieduta dallo chef Pietro Leemann, che ha giudicato le preparazioni domenica 22 giugno.
Piatti non solo vegani, ma anche crudisti e senza glutine. Alle spalle di Daniela Cicioni si è piazzata l’olandese Femke van den Heuvel, che nei suoi piatti ha usato funghi shitake e alghe prodotti in Olanda. Al terzo posto, distanziata di una manciata di punti, si è piazzata Antonia Klugman. A lei la giuria ha attribuito la menzione speciale “Cucina vegetariana del futuro”. Il suo antipasto è stato: spinacino selvatico, piantaggine, rose e carcadè. Il piatto principale: il fiore della zucchina affumicato e la nostra senape.
«Il concorso è stato di altissimo livello. I cuochi hanno ben recepito il tema essenziale del concorso che era quello di proporre una cucina equilibrata, ecologica e salutare – ha commentato Pietro Leeman -. C'è stato persino chi si è spinto più in là proponendo, come Daniela Cicioni, piatti crudisti e senza glutine. Abbiamo avvertito come in tutti i concorrenti c'è stata molta passione nell'elaborare le ricette. Importante è stato lo scambio culturale tra i cuochi. E io stesso ho appreso dai partecipanti idee e spunti come nel caso dei fermentati di Daniela Cicioni e Femke van den Heuvel. Con i loro piatti i cuochi hanno confermato che in Europa verso il mondo vegetariano c’è una sensibilità in crescita». Positivo anche il commento del giornalista Gabriele Eschenazi, co-organizzatore e ideatore di The Vegetarian Chance. «Il 22 giugno al Joia abbiamo avuto la conferma che mangiare vegetariano e vegano non è né triste, nè punitivo, ma è gustoso, interessante, allegro e soprattutto sano per chi cucina e per chi mangia. Abbiamo parlato di cucina vegetariana come di una “chance”, di un’opportunità, e i cuochi del concorso l’hanno colta in pieno proponendo piatti che raramente ci aspettiamo di trovare in un ristorante».
Appuntamento dunque al 2015, con la seconda edizione, che nelle intenzioni di Pietro Leemann dovrà coinvolgere sempre più chef stranieri: «Il confronto tra paesi diversi è importante per conoscere i diversi approcci alla cucina vegetariana sia nelle tecniche che nel rapporto col territorio».