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05 giugno 2024

Todis, ecco il rating di sostenibilità per i fornitori

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Hanno firmato un “codice di condotta”, sono stati classificati secondo parametri e ora si dovranno sottoporre a un audit annuale, sia dal vivo che documentale.

È il nuovo meccanismo che Todis, uno degli attori più dinamici del mondo discount presente nel centro-sud Italia, sta portando a termine per verificare se i suoi fornitori di prodotti a marchio siano realmente sostenibili o meno.

“Volevamo che il nostro percorso sulla sostenibilità fosse certificato e non fossimo accusati di greenwashing” ha spiegato alla stampa durante l’incontro che si è tenuto presso la sede di Fiano Romano, Marco De Angelis, responsabile qualità dell’insegna di proprietà di Iges Srl, società controllata dalla cooperativa Pac2000A Conad, che quest’anno compie 25 anni.

L’incidenza della marca privata

Ha deciso di intraprendere un percorso certamente ambizioso, nel campo della sostenibilità, Todis che, come ha sottolineato il suo direttore generale, Massimo Lucentini, “non è solo assortimento e business: dal 2020 pubblichiamo anche un report di sostenibilità”. Certo ora l’asticella viene alzata in modo importante su questo fronte e per i fornitori di tutti i prodotti a marchio, che per l’insegna sono una leva decisiva tanto da occupare a volume oltre il 60% dell’assortimento nei suoi 313 punti di vendita distribuiti in 10 regioni, la trasparenza tra quello che dicono di fare e quello che fanno realmente non potrà più avere scorciatoie.

Il rating con le tre A, in autunno i nomi

Tutti i fornitori, infatti, dopo aver risposto ad un questionario diviso in 12 punti con 28 requisiti, sono stati classificati con un sistema di rating messo a punto dalla società SGS Italia che prevede tre livelli – A, AA, AAA – un po’ come quello che utilizzano le famose società di rating che giudicano il grado di solvibilità di Paesi o società. Il progetto è partito a febbraio dell’anno scorso, mentre da gennaio del 2024 è iniziato il processo di audit per verificare quanto hanno affermato. In autunno dovrebbero essere pubblicati sul sito di Todis i nomi dei fornitori che si possono fregiare di questa certificazione.  

Per ora il 35% ha requisiti sostenibili

Ma quanti sono, in questo momento, i fornitori che hanno le carte in regola per ottenere questa certificazione sulla sostenibilità rilasciata da SGS? Al momento su 328 questionari esaminati, 114 hanno superato il test, quindi il 35% dei fornitori appartiene al gruppo con una delle tre A. “L’obiettivo è quello di arrivare al 60% nel 2026” ha affermato De Angelis. Il codice di condotta firmato da questo gruppo di fornitori prevede l’impegno ad aderire a politiche di sostenibilità ambientale e sociale attraverso la misurazione di indicatori qualitativi e quantitativi relativi al packaging, alle risorse ambientali, alle filiere alimentari, alle politiche di risparmio energetico nelle fasi di trasporto e nella riduzione dello spreco alimentare, alla responsabilità sociale. In questo periodo tutti i fornitori che non hanno superato i requisiti minimi per accedere alla certificazione stanno ricevendo nuovamente il questionario per capire se ci sono stati dei miglioramenti, mentre a fine anno lo riceveranno coloro che possono ambire a conquistare una A in più.

Sostenibilità, uno dei pilastri per la crescita futura

“Era arrivato il momento di fare qualcosa di concreto sul tema della sostenibilità: volevamo creare un protocollo da sottoporre ai fornitori, che fosse anche di stimolo per chi rimaneva fuori” ha concluso De Angelis. Ma in che modo hanno accettato questa novità i fornitori? “Sono consapevoli che devono fare questo percorso, è inevitabile” ha aggiunto Lucentini. Al netto di chi a ha sottovalutato il progetto di Todis, e magari o non ha risposto o ha risposto in modo troppo ottimistico, l’obiettivo è che si metta in circolo un processo virtuoso di responsabilizzazione che sensibilizzi tutti al raggiungimento di determinati obiettivi, che d’altronde sono presenti anche nella famosa Agenda 2030 dell’Onu, sottoscritta da 193 Pesi nel 2015. Per ora non è previsto nessun sistema di incentivazione premiante per i fornitori, ma non è detto che in futuro non venga preso in considerazione.

Funzionerà? Difficile dirlo ora, ma una cosa è chiara: la sostenibilità è uno dei pilastri che Todis considera centrali per la crescita futura, quindi per i suoi fornitori di prodotti a marchio sarà complicato voltarsi dall’altra parte.

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