30 marzo 2022

Tra guerra e lockdown cinese la merce non trova la strada

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Come già raccontato da myfruit.it, la guerra in Ucraina sta aggravando le criticità sugli spostamenti delle merci originate dalla pandemia: oltre ai crescenti ritardi e rincari della logistica, si registrano anche forti aumenti dei prezzi di alcune materie prime, in primis quelle energetiche. Il Centro Studi Assolombarda ha quantificato il fenomeno portando alla luce un quadro tutt'altro che confortante: in Italia, nel primo trimestre 2022, più della metà delle imprese manifatturiere del nord-ovest ha dichiarato di subire ostacoli alle esportazioni.

Oltre alla guerra, a complicare ulteriormente le cose è il lockdown di Shanghai, che sta causando una nuova congestione della movimentazione delle merci a livello globale. In sintesi, dunque, tra conflitto, Covid in Cina, sanzioni e contro-sanzioni, le catene di approvvigionamento globali stanno subendo un pesante scossone.

Si allungano i tempi di consegna e crescono i noli

Fin da subito è stato evidente come la crisi in Ucraina fosse il colpo di grazia per una logistica già messa duramente alla prova dall'emergenza sanitaria. Per tutto il 2021 i ritardi si sono via via intensificati, per poi diminuire tra gennaio e febbraio 2022, complici i primi segnali di allentamento delle restrizioni pandemiche. Ma a marzo 2022, con lo scoppio del conflitto, i tempi medi di consegna sono tornati a crescere.

Non solo: l'invasione dell'Ucraina ha toccato, aggravandolo, un altro tasto dolente, quello dei costi dei noli. Il conflitto sta infatti determinando ulteriori rincari, soprattutto per le rotte marittime limitrofe ai territori colpiti.

Costi dell'energia e dei fertilizzanti alle stelle

Per quanto riguarda i prezzi delle materie prime, a oltre un mese dall'inizio del conflitto, si mantengono su livelli più alti di quelli di inizio febbraio 2022 e soprattutto di gran lunga superiori rispetto al periodo pre-pandemia. Basti pensare che il  prezzo del gas naturale europeo, dopo il picco di inizio marzo, il 28 marzo 2022 si attestava a 102,5 euro/MWh, il che significa +818,2% rispetto a gennaio 2020. Prosegue anche il trend di crescita del prezzo del greggio e sul fronte dei fertilizzanti si registra un incremento record pari al 396% per urea e nitrato di ammonio

Le ricadute del nuovo lockdown cinese

Causa impennata dei contagi, la città di Shanghai da qualche giorno si è chiusa in una nuova fase di contenimento del virus. Il che significa, per il trasporto merci, un ulteriore aggravio: la maggior parte delle piattaforme logistiche della zona sono infatti inattive e il flussi dei container rallentati anche perché, per entrare nel porto, gli autotrasportatori devono esibire un test negativo eseguito nelle ultime 48 ore.


A complicare le cose ci si mettono anche i distretti confinanti a Shanghai, che stanno imponendo nuove restrizioni – dal tampone alla quarantena – ai veicoli che arrivano dalla città portuale.

La merce fa fatica a trovare la strada

Ne consegue che le compagnie marittime cerchino di evitare Shanghai, deviando le navi su altri porti. Al contrario di quanto avvenuto nei momenti più difficili della pandemia, in questo momento non è più di tanto valida l'opzione ferroviaria: ci sono infatti difficoltà a far viaggiare i container verso l’Europa su treno, per via della guerra in Ucraina e delle relative sanzioni alla Russia e controsanzioni da parte di Mosca che ostacolano i viaggi.

Unatrans revoca lo sciopero per lunedì

In questo scenario a tinte fosche, buone notizie almeno sul fronte dell'autotrasporto nazionale: Unatras ha revocato il fermo proclamato per il 4 aprile, poiché raggiunto l'accordo auspicato con il Governo.

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