14 giugno 2022

Trasporto marittimo, Alibaba si fa la sua flotta

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Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Deve essere questa la filosofia che ha ispirato la nuova strategia di Alibaba che, in un periodo (lungo) in cui trovare posto su una portacontainer è difficile e costoso, ha deciso di darsi (anche) al business del trasporto marittimo.

Il colosso cinese del commercio elettronico, per evitare i tempi e i noli delle compagnie marittime globali, è infatti entrato nella nuova compagnia di navigazione Transfar Shipping con sede a Singapore.

Sempre al fine di rendersi indipendente dalle dinamiche di mercato, Alibaba a ottobre 2020 aveva siglato un accordo con la compagnia israeliana Zim per acquisire stiva e fornirla ai venditori che operano sulla sua piattaforma logistica direttamente dall’interno del proprio e-commerce. Un accordo che ha dato i suoi frutti: Zim muove circa 500 container al mese per Alibaba tra Asia e Stati Uniti.

Chi è Transfar Shipping

La compagnia marittima in questione è stata fondata dalla società logistica cinese 3PL Worldwide Logistics, di cui il  braccio logistico di Alibaba, Cainao, ha acquisito una quota di poco più il 10% nel 2020.

In prima battuta Transfar Shipping ha avviato il trasporto marittimo di container con cinque navi noleggiate; a febbraio 2020, in piena pandemia, ne ha poi acquistate altre due, per un totale di sette e una capacità complessiva di 21.503 teu (twenty-foot equivalent unit, la misura standard di lunghezza nel trasporto dei container Iso che corrisponde a 20 piedi totali).

Una flotta che cresce

Nei giorni scorsi Transfar Shipping ha proseguito la campagna acquisti e si è dotata di altre tre portacontainer, di cui due nuove da 1.800 teu – saranno consegnate tra circa un anno – e una terza, da 1.740 teu, costruita nel 2010. Quest’ultima opera già per Transfar da dicembre 2021 con la formula noleggio.

Gli obiettivi per il futuro sono chiari: Transfar mira a potenziare le rotte tra Cina e Stati Uniti e a crescere ancora. La compagnia punta a aumentare la stiva dedicata all'e-commerce di Alibaba fino a coprirne l’80-90%, con la prospettiva di raggiungere anche l’Unione europea.

Una settimana difficile

Nel frattempo il trasporto marittimo, proprio in questi giorni, sta facendo i conti con due importanti scioperi: uno in Corea del Sud, l'altro in Germania. Il che, naturalmente, non può che contribuire negativamente nella programmazione delle spedizioni, oramai sempre in ritardo.

In Corea del Sud a scioperare – dal 7 di giugno e fino a data da definirsi – sono gli autotrasportatori, i quali stanno bloccando strade, porti e fabbriche: rispetto alla media di maggio, il traffico marittimo dei container nei dodici porti sud-coreani è crollato del 64 per cento.

Sulle stesse rotte marittime, ma dall'altra parte del mondo, dal 9 giugno è iniziato lo sciopero dei portuali tedeschi, in particolare negli scali di Amburgo, Brema e Bassa Sassonia.

Se in Corea del Sud si protesta contro l'abolizione del salario minimo, in Germania i sindacati chiedono un aumento delle retribuzioni.

In ogni caso, il risultato sono i ritardi incalcolabili delle spedizioni e il rischio intasamento nei porti.

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