01 dicembre 2022

Trasporto marittimo: chi inquina paga

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Era nell'aria da tempo, ma da qualche ora è ufficiale. I negoziati sulla riforma del mercato del carbonio europeo che hanno coinvolto il Consiglio, il Parlamento e la Commissione europei hanno varato l’estensione dell’Ets (Emission trading system) al comparto navale.

Il che significa, in sintesi, che il trasporto marittimo deve acquistare quote di carbonio o, se si preferisce, deve pagare per inquinare, al pari dell’industria pesante e del settore energetico. L'obiettivo del provvedimento è infatti la decarbonizzazione del settore.

L'Ue fa da apripista

Si tratta di una notizia che ha una certa rilevanza a livello globale: l’Unione europea, con questo provvedimento, ha di fatto lanciato una sfida affinché anche le altre grandi potenze – Stati Uniti, Cina, Giappone – compiano pure loro un passo verso un trasporto marittimo a emissioni zero.

Le nuove regole

Nella pratica, saranno obbligate ad acquistare permessi per inquinare tutte le navi con un peso maggiore alle cinquemila tonnellate.

Per le tratte fra due porti europei la quota di emissioni da compensare  sarà del 100%, mentre per i viaggi extraeuropei con  partenza o arrivo in un porto Ue la quota sarà dimezzata, il che significa che dovranno essere compensate solo il 50% delle emissioni.

Si procede step by step

Il provvedimento entrerà in vigore in maniera graduale. Il primo step è al 2025, quando l’obbligo riguarderà il 40% delle emissioni dei viaggi europei e si prenderanno in considerazione solo le emissioni di CO2.
L'anno successivo, è cioè nel 2026, la quota salirà al 70% e includerà anche metano e NOx, per poi arrivare al 100% nel 2027.

Assarmatori: “Impatto economico rilevante”

“Risulta evidente – ha sottolineato Assarmatori – come il sistema Ets sia destinato a provocare un impatto economico rilevante,  un rincaro nei costi del trasporto con riflessi immediati sulla continuità territoriale con le isole maggiori e sulle autostrade del mare”.

“È il caso di sottolineare come il trasporto marittimo sia solo un elemento all’interno di un complesso mosaico in costante trasformazione – ha aggiunto l'associazione – Ribadiamo la necessità di garantire un allineamento sinergico nell’applicazione della misura fra il trasporto marittimo e quello stradale. Una disparità temporale nella attuazione dei due regimi, per non parlare dell’ipotesi che vedesse tale schema applicato solo al trasporto marittimo, non solo metterebbe a rischio gli ambiziosi obiettivi di trasferimento modale dalla strada al mare fissati dalla stessa Commissione europea, ma potrebbe portare ad uno shift modale inverso. Risulta infine fondamentale che la quota significativa dei proventi dell’Ets che sarà destinata al bilancio nazionale venga utilizzata per finanziare esclusivamente investimenti nel settore marittimo, accelerando al contempo la ricerca, l’innovazione, la produzione dei nuovi carburanti alternativi e la realizzazione di un’adeguata rete logistica e di distribuzione così da garantire l’effettiva disponibilità sul mercato di questi ultimi nei prossimi anni”.

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