Logistica e Trasporti

20 gennaio 2025

Tregua a Gaza e ricadute sulla logistica: cautela

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E' finalmente entrato in vigore l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Dal punto di vista politico, la tregua prevede tre fasi in sei settimane: in prima battuta lo scambio degli ostaggi - i primi sono già tornati a casa - poi il ritiro delle truppe israeliane perlomeno parziale e infine l’arrivo degli aiuti umanitari.

Ma dal punto di vista della logistica, quali sono le ripercussioni? Il Canale di Suez torna operativo?

Nelle mani degli Houthi

Diciamolo subito: è ancora presto per parlare di ripristino della viabilità marittima ordinaria. Stando infatti alle prime reazioni da parte degli Houthi - i quali, come è noto, durante il conflitto hanno perpetuato attacchi alle navi cargo provenienti o dirette al Canale di Suez, costringendo le compagnie alla circumnavigazione dell’Africa, aumentando tempi e costi del viaggio - la situazione è limpida fino a un certo punto.  

I miliziani Houthi dello Yemen hanno infatti dichiarato che, finché il cessate il fuoco rimarrà in vigore, le navi mercantili internazionali potranno transitare in sicurezza fra l’Oceano Indiano e il Canale di Suez, tranne per quelle di proprietà israeliana o battenti bandiera israeliana: queste rimarranno invece un obiettivo. I ribelli hanno anche precisato che, qualora non dovesse essere rispettata la tregua, gli attacchi continueranno. 

Parola d’ordine: cautela

Tra i vettori globali del trasporto marittimo di container c’è quindi molta cautela a riprendere la rotta del Mar Rosso. Per ora, come hanno fatto sapere Maersk e Hapag-Lloyd, Orient overseas container line (Oocl) la situazione deve essere monitorata. La normalità può quindi attendere. 

Il sentiment può essere riassunto con le parole di Lars Barstad, Ceo di Frontline Management: “Sarebbe un po' ingenuo aspettarsi un ritorno immediato al transito attraverso il Mar Rosso a causa del rischio concreto di attacchi”. 

Un segnale importante verrà anche dall’atteggiamento delle compagnie d’assicurazione sul premio assicurativo di guerra (Awrp), che attualmente si aggira a 150mila dollari per una nave di media dimensione. Ma anche quando le compagnie di navigazione decideranno di tornare nel Mar Rosso, tra preparazione e normalizzazione passerebbero diverse settimane.

Le conseguenze della riapertura 

La riapertura della navigazione attraverso il Mar Rosso e il Canale Suez comporterebbe quasi di sicuro una correzione al ribasso dei noli soprattutto per le rotte tra Asia e Europa, ma è ancora presto per parlare di cifre. Per contestualizzare al meglio, però, va ricordato che fino a ottobre del 2023, prima che iniziassero gli attacchi degli Houthi, i noli per le spedizioni via mare erano in progressivo calo. La necessità di deviare le rotte e circumnavigare l’Africa ha portato però a un’impennata dei prezzi. 

Il Drewry container index da un paio di settimane è tornato a segnalare decrementi dei costi sulla rotta Cina-Italia e attualmente un nolo per un container da 40 piedi tra Shanghai e Genova costa circa 5mila dollari (-19% rispetto allo stesso periodo un anno fa). Probabilmente scenderà ancora, ma è troppo presto per parlare con certezza di tariffe al ribasso. 

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