Le quotazioni dell’uva da tavola hanno raggiunto quotazioni molto importanti in questa ultima campagna. La filiera sta tagliando importanti traguardi qualitativi e di mercato, tema al centro di un webinar di myfruit.it dedicato al fenomeno - ma in tempi di cambiamento climatico è necessario difendere la produzione. Servono dispositivi efficienti ed efficaci. Sulle soluzioni necessarie abbiamo parlato con il responsabile della comunicazione Davide Daresta e Giuliano Giotta, responsabile tecnico Italia, che rappresentano Arrigoni. Azienda leader nella protezione delle colture.
Quali sono le vostre soluzioni utili per la tutela dell’uva?
Sui terreni dedicati all'uva da tavola vengono installate soluzioni agrotessili antigrandine in combinata con i teli plastici. Parliamo della rete della linea Fructus, una rete a tessitura a giro inglese che viene installata per proteggere i vigneti dalla grandine, poi il film plastico.
Ci sono alcune zone in cui i produttori non usano il film plastico ma esclusivamente la rete antigrandine per la protezione da eventuali agenti atmosferici che si possono verificare in maniera sporadica.
In particolare in quali zone si utilizza la rete Fructus?
In particolare nelle zone dove si riescono a coltivare uve apirene precoci e quindi produzione di contro stagione e qui si usano gli agro tessili innovativi.
Bella campagna quella dell'uva da tavola che si sta per chiudere in anticipo
E’ un settore in crescita, la coltura ha una forte attenzione da parte del mercato, stesso discorso per il kiwi dove le reti svolgono la medesima funzione. Una soluzione per entrambe le colture.
Altri aspetti specifici?
Un elemento importante richiesto da qualche produttore: una rete antigrandine con un ombreggio leggermente superiore, dove non viene utilizzato il film plastico, in modo tale da ombreggiare leggermente la coltura ed evitare le scottature.
Questo dato si registra nei nuovi impianti a y dove la rete viene montata a un metro, un metro e mezzo dall’orizzonte vegetativo. La funzione principale è la difesa dalla grandine e poi dalle scottature solari.
L’installazione solo delle reti antigrandine e non del film plastico è motivata dalla raccolta precoce dell’uva e in seconda fase gli serve ombreggiare perché altrimenti la differenziazione delle prime gemme per la produzione successiva non avviene, quindi con conseguente bassa fertilità delle prime gemme prossimali al ceppo.
Il mercato più interessante per queste soluzioni innovative?
Principalmente Puglia e Sicilia e principalmente per le colture precoci.
C’è qualche differenza nell'uso delle reti per le uve tradizionali e le varietà senza seme?
Le reti svolgono la stessa funzione. Possiamo dire che vi è una forte attenzione da parte dei produttori di uva da vino, dove registriamo un grande riscontro e risultati veramente importanti. Cambia il panorama. Si ha un aumento della qualità, un aumento della produzione e si riesce a mitigare l'effetto dell'eccessiva radiazione anche attraverso le reti.
La disponibilità di sistemi irrigui più l’utilizzo delle reti permettono di mantenere la pianta nelle condizioni più opportune. La gamma Iride con il sistema Vigne Plus System registra un ottimo riscontro. Iride è la linea che garantisce una forte protezione contro la grandine, oltre che dagli uccelli, grazie alla sua rete con maglie ad elasticità leggera.
L’impegno economico per il produttore è rilevante?
Per questa tipologia di rete l’impegno non è particolarmente dispendioso perché si tratta di una rete leggera. Non ha un impatto significativo. L’ammortamento va dai 3 ai 5 anni a seconda delle annate e dei prodotti fitosanitari che vengono impiegati. Sappiamo che cloro e zolfo tendono a degradare prima il prodotto. In annate particolarmente piovose la rete ne risente di più, in quelle più asciutte, come negli ultimi due anni, si assiste a un minor degrado e si aumenta la sua vita utile.