03 luglio 2015

Umberto Veronesi su Expo, dieta vegetariana e ogm

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«Bisogna eliminare il consumo di carne o almeno ridurlo drasticamente del 50%». Inizia così l’intervista che il quotidiano Il Giorno dedica al noto oncologo Umberto Veronesi. Molti i temi toccati nell’articolo e tutto ruota intorno al claim che identifica l’Expo milanese: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Secondo Veronesi già oggi le risorse alimentari a disposizione degli oltre 7 miliardi di abitanti del pianeta sarebbero più che sufficienti se non dovessimo sfamare contemporaneamente 4 miliardi di animali da macello, «destinati a trasformarsi in cibo per circa un miliardo di persone già sovralimentate».

Vegetariano convinto, Veronesi considera questa dieta autosufficiente, senza bisogno di dover ricorrere necessariamente anche agli insetti per colmare l’eventuale carenza di proteine: «Nei vegetali, in particolare nelle leguminose, troviamo tutte le proteine necessarie al nostro organismo. Del resto il toro è erbivoro ed è il simbolo della forza della natura».

Sul delicato e spinoso tema degli ogm, nessun dubbio: «Considero gli ogm un’opportunità per migliorare non solo quantità di cibo, ma anche la sua qualità». A questo riguardo Veronesi cita il caso del golden rice, arricchito di vitamina A per consentire di ridurre i casi di cecità infantile in Cina, a causa della loro dieta incentrata su questo alimento.

Altre due tesi spesso sostenute da chi è contro l’uso di Ogm, distruzione della biodiversità di flora e fauna e impoverimento dei contadini a causa della perdita della proprietà dei semi a favore delle multinazionale del settore, vengono di fatto rimandate al mittente: «Al contrario, la biodiversità aumenta con l’uso della genetica in agricoltura, mentre si riduce l’uso di pesticidi. Molti agricoltori sono contenti si usare semi Ogm anche per questa ragione».

Sebbene Veronesi consideri positiva l’opera di valorizzazione e difesa dei prodotti con marchio di qualità come quelli certificati Dop e Igp, così come il lavoro di un’associazione come Slow Food, non pensa che siano fattori prioritari all’interno dell’esposizione universale milanese. «Non ha a che vedere con il tema dell’Expo che è nutrire il pianeta e dunque eliminare la fame nel mondo e procurare cibo di qualità per tutti». E sempre a proposito di Expo, una critica alla famosa Carta di Milano, condivisibile nelle intenzioni, ma debole sulla proposta di idee concrete da realizzare. «Comunque i desideri sono condivisibili quindi firmerò».

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