Debuttare nell'anno più difficile per la pera italiana non ferma la volontà di UNAPera di rafforzare il suo progetto di aggregazione. Il problema non è solo la mancanza del 70% di prodotto, la vera criticità e che fuori dai confini italiani le pere ci sono. In gran quantità e in buona forma. E gli operatori esteri non indossano i guanti bianchi, anzi. La concorrenza è spietata. Ma non c'è accanimento terapeutico sulla pera che, nonostante la tragedia attuale, può giocare tutte le sue carte e la filiera fare un salto di qualità. Questo il tema, al centro di World Pear Forum, organizzato da Cso Italy, partner di Ferrara Fiere, che si è svolto oggi a FuturPera, il salone internazionale della pera di Ferrara che chiuderà sabato.
Serve ossigeno per le aziende: “A tante manca liquidità”
Nella sua introduzione Paolo Bruni di Cso Italy ha sottolineato come, nonostante la volontà di andare avanti, siamo davanti “a una tragedia che colpisce le province italiane della pera”.
Sintetizza bene Adriano Aldrovandi, presidente di UNAPera: “Siamo fieri per UNAPera e allo stesso tempo preoccupati per la situazione attuale”. Poche parole, ma chiare. E in attesa di passare “la nottata” per poi rilanciare la filiera, se ci sarà un'annata più clemente, è necessario agire subito. In questo modo: “Servono risorse perché le aziende arrivino vive al traguardo. Gli ultimi 5 anni, soprattutto i 2 più recenti, sono stati veramente duri. Ci sono tante imprese con problemi di liquidità. Tante cose sono state fatte dalla politica, ma i problemi sono così grandi che serve uno sforzo imponente“.
L'assessore Mammi: “Sul piatto 100 milioni per superate la tempesta perfetta”
L'assessore regionale all'agricoltura dell'Emilia-Romagna Alessio Mammi parla di “tempesta perfetta” che ha travolto il mondo della pera e per superarla e rispondere contemporaneamente all'sos degli operatori mette sul piano 100 milioni di euro. “Si tratta di quattro provvedimenti diversi che rispondono ai problemi della cimice, della maculata per cui abbiamo ottenuto la deroga, delle gelate del 2021 e proprio oggi si sono ottenuti 50 milioni su 160 dal tavolo nazionale“. Questo l'ossigeno. “Anche se non sono tutte le risorse necessarie. E io chiedo al ministro, perché la Regione non ha il potere di farlo, che il Governo si faccia garante con le banche per la sospensione dei mutui“. Urge terapia d'emergenza. E c'è ancora da fare. “Il settore pera non è finito, non mi arrendo per riguardo alla nostra storia e per quanto rappresenta la nostra regione nel contesto nazionale con il 70% di produzione”.
L'assessore oltre alle informazioni di servizio ha preso la lancia in mano sulle vendite sottocosto: “Vergognoso vedere nei supermercati dei prezzi indecenti, ricordo il cocomero a 10 centesimi, è necessaria una battaglia culturale perché il consumatore deve capire che il vantaggio immediato nel tempo però crea un danno economico, ambientale e sociale. Si mette a rischio il nostro settore e si apre la strada ad importazioni da Paesi che non rispettano tutte le regole”.
De Castro: “Dobbiamo uscirne più forti”
Paolo De Castro nonostante i problemi pensa positivo: “La situazione è drammatica, ma è necessario uscirne con più forza. Noi in Emilia Romagna ci stiamo lavorando, La gestione dell'offerta è fondamentale per sostenere la produzione. Nonostante la crisi oggi è una giornata importante per il futuro, una scommessa da vincere”.
Guarda avanti anche Mauro Grossi, presidente del Consorzio di tutela della pera dell'Emilia-Romagna Igp: “Quest'anno vista la scarsità del prodotto non potevamo fare azioni commerciali forti per non sprecare risorse, ma il prossimo vogliamo avviare una forte campagna promozionale insieme anche con UNApera. Alle istituzioni chiediamo una dose booster per sostenere le imprese”.
Avere il controllo dell'offerta
Il progettista di UNApera, Roberto Della Casa, sposta lo sguardo oltre le condizioni della crisi attuale: “Ci sono i problemi produttivi, ma non siamo all'accanimento terapeutico. Non è il caso della pera, anche rispetto ad altri settori, dove se mettiamo insieme diversi tasselli siamo in grado di governare il mercato. Abbiamo fatto un passo in avanti rispetto al Trentino Alto Adige. Qui abbiamo imprese molto diverse: nella Val di Non si va da 1 ettaro a massimo 20, qui da noi si arriva a realtà con 200 ettari“. Ma è necessario marciare uniti perché “gli agricoltori da soli non possono far nulla, sono in balia degli eventi”. Un agricoltore, UNAPera. Il prodotto dell'Emilia-Romagna può giocare sulla denominazione: “Rappresenta il 70% del mercato, per altri prodotti, non parliamo di Parmigiano naturalmente, si tratta di piccoli presidi”. Tutta un'altra storia.
Visione just in time sui prezzi
Sul progetto UNAPera ci lavora Alessandro Zampagna: “Abbiamo tre obiettivi: omogenizzare, aumentare lo standard qualitativo e poi la differenziazione che rifletta la qualità del prodotto”. E dal punto di vista operativo: “Stiamo mettendo a sistema una tecnologia che permette di avere tutti i dati di vendita dei soci che ci permettono di prendere poi le decisioni di mercato come se fossimo un'azienda unica. Questo attraverso un comitato commerciale”. Insomma evitare proposte al ribasso. Stesso discorso per la qualità.
Garantire il prodotto fino a febbraio 2022
Giampaolo Nasi sempre per UNAPera ha sottolineato la necessità di controllare le immissioni sul mercato: “A iniziare dal non immettere tutte le varietà insieme, ma agire in modo scalare. E soprattutto quando c'è maggiore richiesta di qualità. Un errore è stato portare sui mercato subito il prodotto, quasi una corsa anche quando le pere sono dure, non mature. In questo modo il consumatore viene spiazzato”. Quasi una banalità, ma è necessario una struttura e una comunanza di intenti per evitarla. A Ferrara si è intravista.