31 maggio 2023

Uva pugliese: in cerca del ristoro perduto

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In Puglia soffrono le filiere dell'uva da tavola e del pomodoro da industria. Un ristoro da 300mila euro da dividere tra i viticoltori che avevano subito pesanti perdite economiche nella campagna 2022. Uno degli impegni preso dalla Regione Puglia dopo che il 30 novembre scorso ha incontrato,  protagonisti l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia e il presidente della commissione regionale pugliese per lo sviluppo economico, Francesco Paolicelli (myfruit.it lo ha incontrato a Berlino durante Fruit Logistica),  gli imprenditori in crisi per un'annata difficile sul fronte produttivo e commerciale. Com'è andata? I produttori riferiscono a myfruit.it di non avere più notizie dell'intervento annunciato.

Un sostegno istituzionale

Questo il salvagente mediatico chiesto da Benny Porcelli: “Potete aiutarci a lanciare un messaggio semplice e chiaro? Noi giovani agricoltori vogliamo continuare a fare il nostro lavoro”. Sos da un trentenne, padre di due figli, che a ottobre scorso è salito sul palco della 58esima sagra dell'uva di Rutigliano per informare i concittadini, ma pure l'assessore regionale presente all'evento, dello stato di crisi del settore.

L'intervento pubblico ha mobilitato gli imprenditori agricoli pugliese, è nato Caut Puglia, guidato dal presidente Antonella Nacherlilla mentre Benny Porcelli, è stato il vice di questa esperienza movimentista che si è concretizzata anche in incontri pubblici, di studio e di confronto in sedi universitarie.  Un gran lavoro, tante idee e proposte. Il consigliere Paolicelli nei mesi scorsi a myfrui.it: “Nell’ultima legge di bilancio abbiamo approvato un emendamento, a firma mia e insieme all’assessore Donato Pentassuglia, dove si mettono da parte 300mila euro per costituire il capitolo di spesa affinché gli uffici dell’assessorato all’agricoltura, con delibera di giunta, adottino i criteri per accedere a questo finanziamento”. Bene, ma dell'iniziativa non si sa più niente si lamentano alcuni produttori e non solo Porcelli.

In attesa di risposte

Abbiamo scritto al consigliere per saperne di più, spesso nel nostro Paese iniziative lodevoli scontano i tempi lunghi della burocrazia, ma ancora non abbiamo avuto risposta. “Finita la campagna non abbiamo visto interventi concreti, ora dobbiamo lottare con la forte criticità della campagna delle ciliegie con il maltempo che ha rovinato parte della produzione”. Ancora Porcelli  a parlare, l'imprenditore trentenne che ha ereditato dal nonno e dal padre l'azienda che deve fare i conti con i cambiamenti climatici e con un mercato sempre più orientato sul prodotto senza semi o sui calibri più grossi, nel caso delle ciliegie.   Si sconta poi il problema storico della frammentazione del tessuto produttivo e di una scarsa aggregazione che rende difficile la ricerca scientifica per migliorare il prodotto e la contrattazione sul mercato.

In crisi anche il pomodoro da industria

In crisi l'uva da tavola, in crisi le ciliegie, in crisi il pomodoro da industria. Molto chiaro il comunicato di Coldiretti Puglia: “Come ogni anno fumata nera per il prezzo del pomodoro per il centro-sud, un grave ritardo che non consente una corretta programmazione delle scelte colturali, con le imprese agricole costrette ad affrontare rincari vertiginosi per tutte le operazioni colturali e con la preoccupazione di una difficile gestione delle risorse idriche, tra siccità e alluvioni”. Un riferimento  preciso “all’accordo sul prezzo del pomodoro al Sud che non arriva a compimento, mentre le ondate di maltempo con le piogge improvvise e torrenziali fuori stagione stanno ritardando il trapianto dei pomodori, mentre permane l’aumento dei costi di produzione del 30%, quando allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro”.

Produrre pomodoro costa il 30%  in più

I fattori di produzione sono saliti alle stelle. “Ai ritardi registrati in campagna nel trapianto delle piantine di pomodoro a causa del clima pazzo – aggiunge Coldiretti Puglia – si aggiunge l’aumento dei prodotti energetici e delle materie prime che si riflette sui costi di produzione del pomodoro superiori del 30% rispetto alle medie storiche, mentre si prevede che la raccolta si concentrerà tra fine agosto e inizio settembre, con i prevedibili effetti sui trasporti”.

Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, che è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Una proporzione non ritenuta equa dai produttori.

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