01 settembre 2017

Uva da tavola pugliese, il successo è all’estero

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Viene coltivata nei rigogliosi vigneti della Puglia – nei due grandi areali del barese e del tarantino – e finisce sulle tavole in Germania, Svizzera, Inghilterra, Polonia, Paesi del Nord Africa. I principali produttori di questa regione, da sempre il più importante produttore di uva da tavola in Italia, si rivolgono soprattutto ai mercati oltre confine dove il prodotto riesce a trovare il proprio spazio nei canali di vendita della grande distribuzione organizzata.

RacemusUvaDaTavola

Vendemmia uva da tavola nei vigneti Racemus

Una scelta che si è rivelata vincente, ci spiega ad esempio Teresa Diomede, titolare dell'azienda Racemus di Rutigliano nel barese e socia di Apoc Salerno. Nata dieci anni fa, ma con quattro generazioni di produttori di uva da tavola alle spalle, Racemus esporta uva da tavola nel mondo ed è promotrice della certificazione di qualità Uvitaly, un disciplinare redatto dall'organizzazione Op Apoc e certificato da Kiwa Cermet spa che annualmente ne sorveglia il rispetto. «Il 100% del nostro fatturato è destinato all'export ed è una scelta che ci ha premiato – spiega Diomede -. Abbiamo provato ad entrare nei mercati tradizionali italiani ma non è stato gratificante, il mercato italiano è molto affollato». Nel mese di agosto le prime uve Racemus arrivano nei supermercati di Polonia, Lituania e Repubblica Ceca, mentre a  settembre iniziano le vendite nei Paesi del Nord Africa e Racemus si è guadagnata importanti fette di mercato anche in Paesi quali la Spagna,  da sempre concorrente dell'Italia.

UvaDaTavolaTarulli

Uva da tavola Tarulli

Sul fronte del biologico, invece, sempre rimanendo in Puglia, un esponente di primo piano è certamente il gruppo Tarulli, nato 25 anni fa e oggi il più importante produttore in questo segmento a livello europeo, specializzato in uve senza semi. Ha iniziato le vendite nei primi giorni di luglio e ad oggi registra già un aumento del 30% di fatturato rispetto allo scorso anno. «La campagna è iniziata subito con una grossa richiesta e così sta proseguendo – spiega la titolare Marilena Tarulli -. Vendiamo molto in Germania, Austria, Svizzera, Francia, Inghilterra, Danimarca, Olanda, Belgio e Svezia grazie a Lidl». Italia? «Abbiamo iniziato a vendere in Italia di recente e solo nei punti vendita Lidl del Nord Italia. Orientarsi all'estero – conclude la Tarulli – non è una nostra scelta ma una necessità dettata da una politica italiana poco intelligente verso la sensibilizzazione al biologico a differenza dei Paesi esteri».

GiacomoSuglia_ApeoConcludiamo il nostro excursus in Puglia con Apeo, associazione di produttori ed esportatori ortofrutticoli con sede a Bari che annovera tra i propri soci 89 membri, la fetta più importante della produzione pugliese di uva da tavola. Pi della metà del fatturato è realizzato anche in questo caso all'estero. «Su 100 chili mandiamo all'estero circa il 60% – ci spiega il presidente Giacomo Suglia – l'export è sempre stato la nostra predilezione. In Europa il nostro maggior cliente è la Germania, ma siamo presenti anche in Svizzera, Inghilterra, Golfo Persico, Paesi Asiatici ad eccezione della Russia per via dell'embargo». Quest'anno le condizioni climatiche favorevoli, le temperature calde e l'assenza di piogge, hanno eccezionalmente anticipato la campagna a giugno. «La qualità organolettica e fitosanitaria del prodotto è molto alta – conclude Suglia -, vista l'assenza di pioggia e umidità non siamo stati costretti a fare molti trattamenti» .

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