Hanno preso il tono sbiadito e un colore ingiallito le lamentele e le rivendicazioni dei produttori di uva.
Siamo alla seconda campagna dove si sentono più analisi che reclami. La sintesi estrema di quest'ultima stagione ancora in corso: meno produzione, più qualità, maggiore soddisfazione del consumatore e quotazioni in salita. Un mix di fattori ha permesso di raggiungere questi risultati, ma indubbiamente sta giocando un ruolo strategico l'innovazione.
A tutti i livelli, come conferma Giovanni Raniolo, presidente del consorzio di promozione e tutela uva Mazzarrone Igp, e come si è discusso nel webinar di myfruit.it.
Inizio e chiusura in anticipo
Nel mese di maggio quest'anno le uve hanno maturato prima del previsto e sarà anticipata anche la chiusura della campagna. Prevista a fine ottobre mentre le annate precedenti il lavoro si allungava fino a dicembre.
Il risultato di un cambiamento climatico con inverno caldo e asciutto che ha favorito la precocità. Un esito che secondo l'imprenditore si traduce in un "impegno maggiore sulle varietà precoci rispetto alle tardive: Questo perché dobbiamo affrontare un autunno più piovoso e anche con eventi estremi. Sono condizioni non ottimali e non favorevoli per questa coltura".
Buone quotazioni: 25% di rialzo
Si è raccolto meno in campo e su questo punto non si alzano in alto i calici. Dispiace perché Il mercato c'è, la domanda tira.
Ma vediamo i numeri: "Registriamo un calo di produzione del 30/40% ma per fortuna rileviamo un aumento dei prezzi alla produzione del 25% in media, da inizio anno". Su questo dato, invece, si è brindato. Il presidente parla di un "un buon compromesso" perché la resa economica maggiore sul prezzo di vendita compensa quella minore in campo".
Con una valutazione finale che diventa principio ispiratore per il futuro: "La remunerazione cresce con la qualità e il marchio Igp è un valore aggiunto per i nostri consorziati".
Il peso (positivo) dell'innovazione
L'imprenditore sottolinea il risvolto positivo del rinnovamento: "In Sicilia l'impianto delle nuove varietà senza semi, abbiamo avuto le licenze e la possibilità di poter offrire sia varietà precoci che tardive, è l'orientamento di tendenza. Nei vigneti più giovani e innovativi la produzione è migliorata notevolmente".
Insomma bene l'incidenza positiva del clima, ma un ruolo strategico è stato generato dall'innovazione. Si è così scartato quel prodotto di bassa qualità che dopo il primo acquisto deludente allontana nel tempo l'acquisto successivo.
E' aumentata la qualità. "I minori volumi hanno permesso lo sviluppo di grappoli dalle caratteristiche organolettiche decisamente superiori. Un buon risultato sotto l’aspetto visivo, la tenuta in post raccolta e nel gusto offerto ai consumatori grazie a un grado brix veramente alto”.
L'innovazione varietale sta dando buoni esiti, le varietà senza semi incontrano il favore di una platea di clienti disposti a pagare prezzi più alti. Innovazioni tecnologiche?
"I nostri vigneti sono per lo più protetti con le le reti antigrandine e frangivento, protezioni anche durante il germogliamento per una fioritura che così si accompagna a un clima più mite. Sono innovazioni presenti da tempo".
Mitigare le conseguenze della siccità
La siccità è "un problema antico" conferma Giovanni Raniolo, il quale ricorda l'impegno nel "recupero delle acque piovane grazie ai laghetti che grazie all'accumulo invernale ci permettono di mitigare la carenza idrica estiva".
Sul fronte dell'innovazione tecnologica "monitoriamo l'umidità nei terreni per utilizzare la giusta quantità di acqua". Una sensoristica che permette di avere dati preziosi per una conduzione eccellente in campo.