21 dicembre 2018

Valori, distintività di marca e on-line: approcci differenti nella Gdo

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La seconda tavola rotonda che ha caratterizzato la prima edizione del GDO Annual Talk di Mediobanca, ha visto salire sul palco di via Filodrammatici anche esponenti del mondo cooperativo, della grande distribuzione e un “intruso”: Amazon. Il colosso americano dell’e-commerce, infatti, da più di due anni sta muovendo i suoi primi passi in Italia nella distribuzione di prodotti alimentari, sia grocery che fresco e freschissimo, con il suo servizio Prime Now sia Milano che, recentemente, anche a Roma.

Massimo Bongiovanni (Ancc-Coop): «Stiamo cambiando, senza derogare dalla nostra missione mutualistica»

Al vicepresidente vicario di Ancc-Coop e presidente di Eurocoop, il compito di marcare la differenze dell’universo distributivo che rappresenta, che ha come obiettivo primario il perseguimento di una missione mutualistica, quindi quello di fornire beni e servizi ai propri soci consumatori. «Siamo fortemente legati alla dimensione territoriale, siamo aggregati di cooperative anche piccolissime. Il processo decisionale da noi è differente» sottolinea Bongiovanni.
Coop sente il peso della crisi degli ipermercati in questo momento, considerando che è l’attore della Gdo con la maggior concentrazione in questi formati (24,7%). “È in atto un processo di revisione e ripensamento, ma noi comunque diamo un servizio anche con quel canale. Il processo di razionalizzazione delle Coop è più complesso che altrove, appunto perché abbiamo sempre ben presenti i nostri sistemi valoriali». Tra gli aspetti emersi del rapporto che Bongiovanni sottolinea, anche la consistenza del patrimonio netto delle cooperative che arriva a 6,5 miliardi, «significativo rispetto agli altri attori».
Bongiovanni, infine, ha salutato con grande interesse uno dei trend del momento nei desiderata dei consumatori: la sostenibilità ambientale e al green in generale. «La Gdo è dentro questo meccanismo e deve dare risposte attive. Le Coop lo stanno già facendo: non è un’operazione di marketing e pagherà nel futuro».

Francesco Pugliese (Conad): «Fare marca significa passare da una logica di posizionamento a prendere posizione»

Dalle Coop ad un’altra cooperativa, anche se di imprenditori. L’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese, ha nuovamente sottolineato, dopo averlo già fatto settimana scorsa alla presentazione di fine anno dei dati complessivi, l’importante passaggio in atto da 8 a 4 cooperative al fine di creare «piattaforme che si mettano in connessione con le aziende che producono e consumatori che comprano». Oggi, secondo Pugliese, il vero problema della Gdo è quello di non riuscire a dare risposte ai consumatori. «Bisogna essere marca e bisogna essere distintivi, indipendentemente dal formato: fare marca significa passare da una logica di posizionamento a prendere posizione». Un po’ quello che hanno fatto i discount, a partire dall’ultimo arrivato, che sono riusciti ad adeguarsi perfettamente a quello che vogliono i consumatori. «Possiamo però dare delle risposte» ha concluso Pugliese. «In Italia l’offerta distributiva è superiore ai metri quadri a disposizione: abbiamo bisogno di rottamare e rimodernare il vecchio piuttosto che aprire nuovi punti vendita».

Mario Gasbarrino (Unes/U2): «Con Amazon non abbiamo perso contatto con il cliente, anzi!»

«Io collaborazionista di Amazon? Il futuro non lo si combatte, meglio esserci dentro. E poi se non facevo io l’accordo lo faceva qualcun’altro». L’amministratore Delagato del Gruppo Unes/U2 anche in questa occasione non ha fatto mancare il suo proverbiale buon umore e la sua verve nell’esporre un caso, quello dei supermercati che rappresenta, che oramai uniscono una serie innumerevole di successi e prese di posizione a tutti gli effetti “controcorrente”.
È positiva sino ad ora l’alleanza on-line con Amazon Prime Now: «Non c’è una differenza tra consumatore straniero e italiano nell’approccio all’on-line. Il problema in Italia è il deficit dell’offerta, non di domanda». Lo dimostra, ad esempio, l’andamento delle vendite del Viaggiator Goloso, brand premium di Unes/U2. «Con Amazon non abbiamo perso il contatto con il cliente. Abbiamo una quota di mercato del 17% con questi prodotti nel mondo premium, su Prime now è passata al 27%». L’e-commerce, secondo Gasbarrino, entrerà sempre di più nel modo fare la spesa, ma i negozi fisici non spariranno: «Dovranno però cambiare, anzi stanno già cambiando. Saranno sempre più dei touchpoint dove il cliente vede e tocca il prodotto e poi lo compra on-line. I negozi saranno sempre più monomarca ed esperienziali».

Nabil de Marco (Amazon Prime Now). «Settore alimentare nuovo per noi, ma di estremo interesse»

Gli esponenti di Amazon non sono mai particolarmente forieri di novità in queste circostanze e anche questa volta non sono emersi particolari spunti, quanto conferme di quello che è un approccio molto pragmatico e che punta alla velocità di esecuzione. «Il settore dell’alimentare è nuovo per Amazon in generale e lo è anche in Italia. Ma è un’area di estremo interesse nella quale abbiamo deciso di collaborare. La nostra intenzione è quella di cogliere i trend e portare le nostre caratteristiche questa distribuzione» ha spiegato Nabil de Marco, EU Director di Prime Now Marketplace di Amazon. «I nostri punti di forza? Base di clienti prime now fortemente affiliata che ci conosce bene e che noi conosciamo bene. Siamo noti per la nostra capacità distributiva al dettaglio, per saper portare fino a casa del cliente la merce ordinata, siamo gli unici che promettiamo ,a consegna in due ore». Punti di debolezza? «Poca esperienza per ora: siamo in Italia solo da due anni con il servizio Prime Now nell’alimentare, ed anche in USA con Amazon Fresh da 7 anni. Poi non abbiamo presenza territoriale nell’alimentare». L’esperienza, però, dice che imparano molto in fretta e quindi è sicuramente lecito aspettarsi novità nel prossimo futuro.

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