La cooperativa Veneto Ortofrutta, nata dalle ceneri del consorzio Opo Orto Veneto, in sette mesi di lavoro ha generato volumi d’affari per 2,9 milioni. A dirlo è un articolo pubblicato nei giorni scorsi su Il Gazzettino.it a firma di Mauro Favaro.
I fatti
“Il consorzio Opo Orto Veneto – spiega l’articolo – è finito in liquidazione coatta. Ma la ripartenza per le produzioni agricole del territorio ha già preso forma grazie alla nuova cooperativa Veneto Ortofrutta (che, in sette mesi, ha generato un volume d’affari di 2,9 milioni), ad AgriVeneto e al suo marchio Radico oltre che al sostegno del consorzio agrario di Treviso e Belluno e di Coldiretti”.
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, dopo anni di difficoltà, un decreto del ministero delle imprese e del made in Italy ha sancito la fine dell’Organizzazione di produttori ortofrutticoli Opo che raggruppava quasi 500 aziende agricole tra Treviso, Chioggia e Rovigo. Il buco generato dalla compagine superava i 20 milioni.
“Il radicchio, prodotto di punta, non è bastato – prosegue – Toccherà al commissario liquidatore, Pierluigi Bertani, provare a salvare il salvabile. Tra i creditori dipendenti (Opo era arrivata a contarne 65), fornitori, banche e così via. Orto Veneto, guidata dal presidente Adriano Daminato, pensava in grande. Oltre ai prodotti c’erano stati importanti investimenti sulle strutture, a partire dai capannoni di Zero Branco, Chioggia, Lusia e così via”.