Tra le novità assolute dell’edizione 2018 del Macfrut (Rimini Fiera, 9 – 11 maggio) c’è il Tropical Fruit Congress, un focus di due giorni sulla frutta tropicale che si svolgerà con due diverse sessioni il 10 e 11 maggio prossimi. Si tratta dell’unico summit europeo sul tema, che a quasi due mesi dall’evento ha già superato 150 iscritti da tutto il mondo e ha già raccolto adesioni e consensi sia dai principali paesi produttori sia dai principali importatori.
Myfruit ne parla con Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera, l’ente organizzatore del convegno.
Presidente Piraccini, perché il Tropical Fruit Congress e perché a Macfrut?
La categoria sta avendo crescite importanti in Europa, e negli ultimi anni avocado e mango sono entrati nel quotidiano dei consumatori. Solo per fare un esempio, nel 2016/2017 sono state consumate in Europa 505.369 tonnellate di avocado, con una crescita del 26,5% rispetto alla stagione precedente. L’Ue è anche tra i principali importatori di mango, frutto che ha una produzione mondiale di 40 milioni di tonnellate e in Italia ha visto un sorprendente +23% nei consumi.
Non potevamo ignorare queste tendenze e l’interesse che stanno creando a tutti i livelli della filiera. Da qui l’idea di lanciare questo appuntamento, e dedicare la prima edizione a mango e avocado. L’inserimento di questo evento a Macfrut testimonia la volontà di Cesena Fiera di proporre contenuti innovativi e di portata internazionale, forti della nostra specializzazione nel settore.
A chi si rivolge principalmente il convegno?
Sarà un appuntamento di carattere internazionale, che vedrà relatori provenienti dalle maggiori aree produttive del mondo. A livello commerciale, si discuterà soprattutto del boom che avocado e mango stanno avendo in Europa, in particolare in mercati come quello italiano, tedesco e francese. Una parte importante, in linea con la filosofia di Macfrut, sarà inoltre dedicata alla qualità del prodotto, alle tecnologie di confezionamento e alla logistica, aspetti cruciali nella valorizzazione di questi prodotti.
Perché, secondo lei, mango e avocado stanno avendo questo successo in Europa?
Prima di tutto c’è un cambiamento culturale nell’approccio al cibo. Il consumatore, specialmente quello dei Paesi industrializzati, tende a informarsi sempre più su ciò che mangia per vivere in salute e più a lungo: le proprietà salutistiche che sono state scoperte su avocado e mango hanno sicuramente contribuito a questa tendenza. Oltre a questo, ha avuto un ruolo fondamentale la migliore qualità dei frutti disponibili sul mercato e il modo di presentarli.
Aggiungo, infine, un dettaglio molto italiano: l’attenzione delle grandi firme della cucina per questi prodotti, che hanno aumentato il livello di attrattività.
A livello produttivo, l’Italia è tagliata fuori da queste produzioni così redditizie?
Tutt’altro. Anche il nostro Paese può avere un ruolo da protagonista, con la Sicilia e la Calabria in primis, regioni nelle quali avocado e mango hanno già saputo ritagliarsi un loro spazio e dove i margini crescita e le opportunità sono ancora molto ampi.
D’altra parte dove cresce una pianta di limone, cresce un avocado. E considerato che le grandi produzioni sono molto remunerative, mi pare una opportunità da sfruttare.