Focus GDO

20 marzo 2024

Violì, un approccio di mercato che funziona

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Quattro grandi aziende che insieme rappresentano la più grande concentrazione di superficie coltivata a carciofo del panorama italiano, innovazione varietale al servizio di una qualità superiore, un progetto di filiera unico per la categoria.

Questo il biglietto da visita di Violì, il progetto nato per cambiare l’approccio al mercato dei carciofi italiani. Come? Innalzando il livello qualitativo dell’offerta cinaricola grazie alla selezione varietale, alla scelta di areali vocati e all’offerta continuativa alla grande distribuzione. La garanzia è sottoscritta da quattro aziende di riferimento nel panorama nazionale, quali Apofruit, Cericola, La Mongolfiera e Peviani.

La produzione si sviluppa su quattro diversi areali – Sicilia, Puglia, Sardegna e Romagna – riuscendo così a coprire tutto il calendario produttivo e limitando il rischio meteo. Questa peculiarità consente al gruppo di testare in tempi brevi le nuove genetiche in diverse condizioni pedo-climatiche.

Carciofo verde e non solo

Da diversi anni i produttori del gruppo si sono interessati alle varietà di carciofo verde testando diverse selezioni. A oggi è stata identificata Green Queen di Nunhems in quanto spicca per le sue caratteristiche qualitative superiori in termini di qualità interna: meno pappo, più parte edibile (e, quindi, meno defogliazione necessaria), maggiore tenerezza e sapore.

“Alla base del progetto c’è sicuramente l’innovazione varietale che, per la prima volta riguarda il carciofo da seme – dice a myfruit.it Leonardo Oggiano, category manager di Peviani Spa – Poi, la forza del gruppo sta nella disponibilità di prodotto da quattro areali produttivi. Cosa che in piena campagna invernale consente al cliente di coprire eventuali momenti di vuoto dell’offerta. L’innovazione varietale e la disponibilità di differenti areali permettono di allargare calendario e di avere prodotto per otto mesi l’anno, da ottobre a maggio. Insomma, un mix strategico che riscrive il calendario, fondamentale per la Gdo”.

“Testare le innovazioni varietali in anteprima su quattro areali ci dà un enorme vantaggio competitivo – aggiunge Vito Cifarelli, sales e marketing director Cericola – Anche perché, nel caso specifico del carciofo, il mercato per decenni è stato espressione di varietà e concetti di prodotto non più attuali. Ora, con il rinnovamento varietale, possiamo offrire al consumatore un carciofo stabilmente più buono, più tenero, e che riduce gli scarti”.

“Non dimentichiamo – continua Cifarelli – che per anni siamo stati ostaggio di varietà che non si adattavano più anche dal punto di vista tecnico, e climatico, a una moderna gestione colturale, mentre ora possiamo coltivare le nuove varietà affrontando le varie problematiche fitosanitarie in modo sicuro per il consumatore e per l’ambiente”.

Uno sguardo comune

Il carciofo rappresenta una categoria molto frammentata, all’interno di un mercato altrettanto frammentato. “La polverizzazione dell’offerta ha bisogno di tempo per essere risolta. Per quel che ci riguarda, il gruppo Violì cresce come numero di insegne partner e continua a investire nella categoria – rivela Cifarelli – Se i clienti credono in questa nuova direzione varietale, possiamo fare la differenza. Un percorso ancora lungo, ma è l’unico percorribile”.

Nuove sfide

Ci sono nuove sfide in termini sia di colore, sia di forma all’orizzonte. “L’innovazione varietale sul carciofo mira a svecchiare un prodotto che, per tanti motivi, si stava un po’ perdendo e interessava sempre meno i consumatori più giovani – conclude Leonardo Oggiano – Per questo oltre al verde, stiamo testando nuove varietà di carciofo appartenenti alle tipologie romanesco e violetto. Si tratta di nuove cultivar che, già dal prossimo anno, saranno destinate in esclusiva ai nostri partner”.

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