La disponibilità di alimenti a lungo termine è la vera sfida, decisamente prioritaria rispetto alla questione del prezzo. Lo conferma a myfruit.it Walter Pardatscher, direttore generale di Vog, il consorzio delle cooperative ortofrutticole dell'Alto Adige.
L'occasione è l'annuncio delle celebrazioni per gli 80 anni del consorzio altoatesino, ma Pardatscher va oltre l'aspetto commemorativo per focalizzarsi su alcune tendenze rilevanti che meritano attenzione.
E ricordi ed esperienze di un consorzio (ma anche di un intero comparto) organizzato e robusto si intrecciano e si fondono con problemi e criticità di un futuro così vicino e possibile da sembrare presente.
"Dobbiamo fare capire che la possibilità di produrre non è scontata - spiega il dg di Vog - La produzione si trova davanti a difficoltà concrete, dal cambiamento climatico alle emergenze fitosanitarie, dalla carenza di manodopera alle problematiche legate al regolamento sugli imballaggi (Ppwr). Cambiare tendenza è urgente e serve l'impegno di tutti".
Ottimismo e pessimismo si alternano. "Ottanta anni fa i nostri predecessori hanno avuto l'intuizione e la lungimiranza di favorire l'unione delle cooperative in un unico consorzio. Lungo la nostra evoluzione abbiamo già visto alternarsi successi e problemi di mercato o sfide per la produzione, la storia oggi si sta ripetendo. Quindi, da una parte sono fiducioso, perché finora abbiamo sempre risolto e superato i problemi, ma, dall'altra parte, sono anche preoccupato perché le cose non si risolvono da sole".
L'importanza della filiera
Ma non è nel Dna o nel carattere di Vog restare immobile ad aspettare il destino. "Sono anni che si parla di filiera, ma raramente della importanza della filiera. Eppure, noi siamo consapevoli che gli interessi della intera catena devono convergere: cosa è importante per le piccole famiglie contadine, per i consumatori e, tra questi estremi, per la Gdo, per chi compra e chi vende".
"Serve una continua manutenzione al meccanismo e, perché funzioni, serve parlare, condividere, ma bisogna anche essere aperti a capire le necessità degli altri".
Dunque, sì a capire cosa sia importante per i consumatori ma anche questi ultimi devono essere informati su quanto sta succedendo a monte della filiera. E cosa sta accadendo lo spiega bene Pardatscher: "Le superfici destinate a melo in molte zone del mondo stanno diminuendo per mancanza di condizioni economiche, ci sono problematiche ancora più concrete del clima impazzito - dice - Per quanto riguarda la difesa fitosanitaria, ad esempio, speriamo arrivino nuove strade percorribili. Il tema della sostenibilità ci è caro - attraverso innovazione e ricerca - ma ci vuole anche del tempo. Per non parlare della mancanza delle necessarie garanzie in termini di reciprocità".
"Spendiamo molto per certificare le nostre mele - osserva - Ogni insegna una sigla, un ente, un protocollo. Eppure, la nostra produzione è lo stessa, non c'è una mela migliore, più sicura di un'altra. E i nostri 4.000 contadini non stanno meglio. Preferiamo investire nell'innovazione varietale, che porta competitività e benessere a tutti".
E che dire del packaging con il nuovo Ppwr? "Una maggiore sostenibilità dei packaging è una richiesta forte da parte dei consumatori e anche noi, come tante realtà del settore, siamo alla ricerca di soluzioni che vadano sempre più incontro a questa esigenza. Tuttavia, il ventilato divieto di utilizzo di packaging al di sotto degli 1,5 chili rischierebbe di creare più danni che benefici".
"Non possiamo sottovalutare le importanti funzioni che l’imballaggio ha per i prodotti ortofrutticoli. Innanzitutto, la protezione, sia dal punto di vista qualitativo che igienico, evitando gli sprechi alimentari sul punto di vendita e nelle case dei consumatori; poi, le informazioni su varietà, tracciabilità, Paese d'origine, distinzione tra prodotti bio e convenzionali, e prevenzione delle frodi; infine, il ruolo cruciale nella promozione dei consumi, un concetto che si lega alla sostenibilità economica e sociale dei melicoltori, ma anche alla necessità più ampia di promuovere prodotti sani e a basso impatto ambientale come quelli ortofrutticoli".
80 anni di successi
"La nostra - prosegue Pardatscher - è una storia di successi, con alti e bassi certo, che non dimentichiamo, anzi dai quali prendiamo spunti. Successi da celebrare, perché ci permettono di capire. Dal 1945 seminiamo, alleviamo e raccogliamo qualità. Da sempre questi tre aspetti si sono intrecciati e sviluppati perché non puoi raccogliere senza avere prima seminato, ma anche viceversa".
Oggi, come allora, bisogna capire in tempo dove e cosa seminare. "La nostra visione a lungo termine ha fatto sì che abbiamo già seminato per il prossimo futuro, però ora bisogna focalizzarsi tutti su alcune tematiche che sono prioritarie. Per garantirsi successo, infatti, bisogna che innovazione, collaborazioni e visione procedano insieme, in condivisione appunto".