16 ottobre 2015

Walmart crolla (in Borsa), Carrefour cresce ancora (anche in Italia)

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Da una parte il colosso americano numero uno al mondo della grande distribuzione perde in poco meno di mezz’ora il 10% in Borsa (DowJones), dall’altro un altro leader a livello mondiale del settore, questa volta francese, rende noti dati decisamente positivi e in crescita. Notizie diametralmente opposte nel giro di pochi giorni, quindi, dal mondo della grande distribuzione.

Per Walmart una giornata decisamente nera quella di mercoledì 14 ottobre, secondo gli analisti una delle peggiori quattro degli ultimi 40 anni. Le azioni sono crollate del 10% in un giorno e sono stati bruciati 20 miliardi di dollari di ricapitalizzazione. Il titolo è sceso a causa dell’annuncio sulle stime di crescita nei prossimi due anni che resteranno agli stessi livelli del 2015 e che nel 2017 potrebbero scendere tra il 6% e il 12%. Secondo il colosso americano tra le cause il dollaro forte che sta facendo diminuire le esportazioni, ma anche i grandi investimenti in formazione e stipendi (1,5 miliardi di dollari) nonché lo sviluppo nelle infrastrutture digitali per combattere la concorrenza dei leader dell’e-commerce.

Altra musica, invece, in casa Carrefour. Anche i dati del terzo trimestre (luglio-settembre) dell’insegna francese fanno segnare una crescita delle vendite pari al 2,2% pari a 21,5 miliardi di euro (vedi qui il dettaglio). Bene il mercato interno in Francia in tutti i formati (+1,6%), così come in tutta l’Europa: Spagna +4,6%, Belgio +2,7% ed anche l’Italia. In questo caso, se nel secondo trimestre (aprile-giugno) il dato era stato negativo (-5%) a causa della forte campagna promozionale attuata nello stesso periodo nel 2014, questa volta l’Italia cresce del 5,9%, aiutata dal confronto con i dati rispetto all’anno passato. Un fattore determinante in Italia è certamente dovuto anche al forte piano di ristrutturazione dei punti vendita che, evidentemente, sta portando risultati positivi. Nel resto del mondo bene soprattutto l’America Latina, Brasile in testa (+7,4%), male ancora l’Asia, con la Cina che perde in questo trimestre 11,2 punti percentuali.

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