27 settembre 2018

Walmart introduce la blockchain su insalate e spinaci

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In Italia l'unica insegna della grande distribuzione che parla di blockchain e la mette anche in pratica  – per ora sul pollo, più avanti anche su agrumi e pomodori –  è Carrefour (vedi qui). Dall'altra parte dell'Atlantico, invece, a muoversi è un altro colosso del settore, anzi, il più grande di tutti, vale a dire Walmart.

In una lettera inviata in settimana ad oltre un centinaio dei suoi fornitori di insalate e spinaci, ha comunicato loro che entro l'anno prossimo saranno obbligati ad inserire tutti i dati che riguardano i loro prodotti all'interno di un database sviluppato da IBM che consentirà di tracciare ogni informazione di ogni singolo lotto di insalata in pochissimi secondi.

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Il vantaggio per i consumatori?

Walmart lo spiega in una nota diffusa in settimana, nella quale ha anche reso pubblica  la lettera inviata ai fornitori: se, come già accaduto quest'anno, qualcuno di questi prodotti fosse contaminato dalla salmonella o da E.Coli, sarebbe possibile rintracciare esattamente i singoli lotti di prodotti contagiati e provvedere alla loro eliminazione in pochi secondi, operazione che invece oggi, oltre ad essere dispendiosa, dura almeno una settimana. Troppo tempo e inoltre costringe l'insegna a gettare grandissime quantità di prodotto per essere sicuri di non creare una vera epidemia.

La digitalizzazione di tutto il processo di filiera che porta una singola insalata dal campo alla tavola del consumatore, inserito all'interno del meccanismo della blockchain, che unisce le singole informazioni le une alle altre e le rende trasparenti e disponibili a tutti, fa sì che si molto difficile falsificare le informazioni inserite perché sono collegate tra loro su più computer, sostiene Walmart.

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Secondo quanto riporta il New York Times, molte altre grandi multinazionali stanno testando la blockchain con lo stesso sistema adottato da Walmart, vale a dire IBM Food Trust, come ad esempio Dole, Wegmans e Unilever. Walmart stessa pare stia già testando lo stesso sistema su altre filiere di prodotti come ad esempio lo yogurt e il pollame.

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