30 giugno 2020

Zerbinati: il melone da 45 dollari conquista Manhattan

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Un chilo di melone a 45 dollari. Quasi un miracolo, ma a Manhattan (New York) succede. Questa graditissima quotazione è stata conquistata dai meloni di Zerbinati, l’azienda agricola di Sermide nel Mantovano, che sono andati a ruba tra i cuochi stellati della Grande Mela. Super soddisfatto il produttore Oscar Zerbinati: “Quasi un’esagerazione, ma è il giusto riconoscimento per un lavoro che mira alla massima qualità, all’eccellenza”.

Ha pagato il gioco di squadra con la Op Sermide Ortofruit

melone

Il post dell'importatore americano

L’imprenditore agricolo mantovano pensa subito a distribuire i meriti del riconoscimento mondiale e sottolinea il gioco di squadra: “Il merito è frutto della cooperazione con la Op Sermide Ortofruit, che si occupa della promozione dei sui mercati nazionali e internazionali, e con Natoora Usa”. Il partner internazionale che ha permesso questo approdo dorato in terra americana. Per essere precisi nei 45 dollari bisogna contare le spese di trasporto, siamo sui 6-7 euro, più quelli della dogana appesantiti dai dati del presidente Trump. Nonostante tutto la qualità del prodotto ha vinto: “Neanche il tempo di fotografarlo che già era venduto tutto. Ho moltiplicato per cinque gli ordini”. Numero che dice tutto.

La ricetta del successo? “Lavorare come una volta, meno quantità più qualità”

Immancabile la domanda sulla ricetta del successo? “Lavorare come una volta”. Che si traduce: “Nello sfoltire la pianta, lasciando solo cinque-sei frutti. Rinunciare alla quantità, aumentare il carico di lavoro ma poi si ottiene un frutto che incanta il palato”. Ma non è finita qui, Oscar sottolinea a myfruit.it  la necessità della freschezza: “Raccogliamo la mattina, il pomeriggio si imbarca il prodotto all'aeroporto milanese di Malpensa e l’indomani è a New York. Non lo lasciamo nelle celle frigo”.

La buccia marchiata a fuoco contro le imitazioni

melone zerbinati

Il melone Zerbinati nelal classica confezione

Il gusto del melone Zerbinati è così potente che subito è iniziata la corsa all’imitazione. Non solo è sigillato con la ceralacca: “Come per il Parmigiano è marchiato a fuoco. L’unico modo per renderlo unico. Sul mercato nazionale ci sono stati casi di imitazione e volevano beneficiare del nostro buon nome. Abbiamo risolto  con questo macchinario che incide la buccia”. Ci si è mossi con tempo perché il successo di questo melone che nasce e matura a Mantova, ai confini del Modenese, è riconosciuto da tempo. Apprezzato, infatti, al Vaticano e in tanti altri siti prestigiosi.

Dopo il melone si tenta il bis con le angurie

La nuova sfida è con le angurie “Il primo carico è partito, aspettiamo la risposta. Nella nostra azienda da 330 ettari: 100 sono dedicati al frumento, 20 alle zucche, 30 alle angurie e 180 ettari ai meloni, ma coltivati in modo estensivo”.

Il ruolo fondamentale di Op Sermide Ortofruit

Chapeau per Oscar e pure per Riccardo Gorzoni, direttore della Op Sermide Ortofruit, regista di questa operazione complessa che oltre all’eccellenza nei campi deve fare i conti con la logistica, la burocrazia doganale e la commercializzazione. “Un ottimo traguardo. Rappresentiamo 40 soci di Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia che producono meloni, angurie, zucche, pere, mele, ciliegie albicocche e kiwi“. Un bel paniere che viene offerto in diversi canali: “Il 70% nel mercato italiano, il 20% alla Gdo e il restante 10% all’estero principalmente in Francia, Germania e Regno Unito, dove opera un nostro partner che ha poi aperto la filiale a New York. Vogliamo aumentare la quota estera”. Ben venga visto le quotazioni che si è riusciti a conquistare. E non è finita qui perché aumentano i successi anche in Medio Oriente. Ora i meloni (Nadalini) sono esportati anche in Kuwait.

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