Creare uno zucchino bolognese indistruttibile e inossidabile. O quanto meno resiliente alle malattie che ne limitano maggiormente la produzione, in primis patologie fungine e virosi, così da aumentare la competitività della filiera dello zucchino da mercato fresco puntando sulla tipicità e sul legame con il territorio emiliano-romagnolo. È questo l’obiettivo del progetto Zucchin-Bo, finanziato dal programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e presentato da Consorzio Sativa con il coordinamento e la consulenza di Ri.Nova, che dopo un anno e mezzo di duro lavoro sul fronte del miglioramento genetico si avvia verso la sua conclusione. A fine gennaio 2024, infatti, è previsto il meeting di chiusura con presentazione dei risultati, ottenuti anche grazie alla consulenza di Astra Innovazione e Sviluppo, Agribologna, Agroinnova, Crea e dell’azienda agricola Marzaduri.
“Per il progetto Innovazione varietale a supporto della filiera produttiva dello zucchino tradizionale di Bologna, mantenendo la tipicità e sostenibilità anche nell’era del cambiamento climatico si è reso necessario un grande lavoro di squadra – afferma Stefania Delvecchio, referente di Ri.Nova per Zucchin-Bo – Vogliamo creare uno zucchino bolognese resistente alle fitopatie che più lo colpiscono, studiando al contempo soluzioni innovative nel campo del packaging ecosostenibile e individuando nuovi canali di vendita specifici per questa produzione dalle origini antiche e tipica del territorio bolognese, sebbene diffusa in tutta la regione e oltre”.
Le fa eco Silvia Paolini, responsabile di progetto per conto di Astra: “Lo zucchino di cui parliamo è quello tradizionale bolognese a forma di botticella – spiega Paolini – Il nostro obiettivo principale è migliorare la genetica della varietà Giambo per renderla resistente alle malattie che ne limitano produzione e vendita, in primis virosi e fusariosi ma anche oidio e peronospora. Questo studio è a cura di Sativa che, insieme ad Agroinnova, startup dell’Università di Torino, e al Crea di Lodi, ha effettuato una serie di screening che hanno portato alla creazione di tre-quattro ibridi pre-commerciali, dai quali contiamo di ottenere il prodotto che si adatta meglio alle richieste del mercato e al gusto dei consumatori. Infatti, associate alle attività di miglioramento genetico, sono state portate avanti da Astra analisi qualitative e sensoriali al fine di ottenere un quadro completo sui nuovi ibridi. Infine, nell’ottica di un supporto capillare al processo di filiera, con il contributo di Agribologna abbiamo analizzato il mercato per individuare i canali di vendita più adatti alla commercializzazione del nuovo prodotto, studiando al tempo stesso soluzioni di packaging sostenibile gradite al consumatore”.
Più resistente, stesso sapore
Tanti obiettivi, quindi, e una grande sfida: mantenere inalterate le caratteristiche dello Zucchino Bolognese, sia nella forma che nel gusto, operando però sul fronte di un miglioramento genetico già sperimentato con altre varietà. “La sfida è proprio questa: creare un nuovo ibrido dello zucchino Giambo valorizzando le tipicità organolettiche che lo legano alla tradizione bolognese – sottolinea Chiara Milanesi, referente scientifica del progetto e breeder di Sativa – Questa varietà attualmente è priva di resistenze genetiche e offre il fianco ai problemi fitosanitari derivati da funghi e virosi, mentre le varietà più resilienti si discostano dalle tipicità del prodotto sia per forma che per sapore. In questi mesi abbiamo lavorato con Agroinnova per testare la resistenza di nuovi materiali alle fitopatie e con il Crea per caratterizzare le nuove linee dal punto di vista molecolare. Oggi, dopo diversi cicli di campo, abbiamo ottenuto alcuni ibridi resistenti ai principali virus e patogeni target adattabili alle condizioni micro-climatiche: le valutazioni effettuate nelle coltivazioni estive e autunnali dell’areale bolognese sono positive. Nel 2024 si procederà a un ulteriore screening su ampia scala degli ibridi selezionati per identificare una o due varietà di zucchino made in Bo buono e resistente da iscrivere nel registro nazionale.
Fonte: Ri.Nova