È stato un inizio campagna particolarmente difficile per le drupacee italiane con prezzi molto bassi per pesche, nettarine e albicocche dovuti anche all'inizio anticipato della raccolta, ma non tutto è perduto. Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna, è fiducioso ma per alzare i prezzi servirebbero due condizioni:
Confidiamo in un miglioramento del clima nel Nord Europa, dove le temperature più calde dovrebbero favorire i consumi e assorbire la produzione del Nord Italia che non è esagerata, ma serve anche maggiore collaborazione da parte delle insegne della grande distribuzione organizzata nel privilegiare nei loro punti vendita la visibilità dei prodotti made in Italy piuttosto che le pesche spagnole».
Le drupacee italiane sono in difficoltà nelle vendite ormai da tempo ma quest'anno, in particolare, si sono verificate contemporaneamente alcune condizioni che hanno fatto crollare i prezzi: «Le condizioni climatiche hanno anticipato la campagna e le drupacee italiane si sono sovrapposte a quelle spagnole che hanno registrato un aumento di quantità pari al 30% rispetto all'anno scorso – spiega Minguzzi -. La grande distribuzione organizzata era impreparata ad accogliere una tale mole di prodotto e questo si vede negli allestimenti». La sovrapproduzione ha creato un'offerta superiore alla domanda e di conseguenza i prezzi sono crollati.
La situazione dovrebbe però riequilibrarsi perché le regioni del Nord Italia, Emilia-Romagna in testa, non hanno registrato un aumento e quindi «le esportazioni nei Paesi del Nord Europa dovrebbero assorbire il prodotto, tenendo conto che la produzione del Sud Italia è già assorbita in loco per le alte temperature che hanno fatto lievitare i consumi». La qualità di pesche, nettarine e albicocche italiane è ottima, sottolinea e conclude Minguzzi, ma per competere con quelle spagnole serve anche «la collaborazione della Gdo».