06 luglio 2017

Drupacee, parola ai produttori: «Prezzi in picchiata per le pesche, meglio le albicocche»

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Al primo giro di boa della campagna vendite, tra le albicocche quasi terminate e l'inizio del periodo clou per pesche e nettarine, il bilancio dei produttori di drupacee è complessivamente negativo.

Al Sud Italia la campagna è partita in netto anticipo e questo ha portato una sovrapposizione con le pesche spagnole causando un abbassamento generale dei prezzi. Ma i produttori italiani hanno ancora davanti due mesi pieni di vendite, luglio e agosto e…

bisogna essere assolutamente fiduciosi, la situazione si riequilibrerà e i prezzi torneranno a salire».

GIaccioFruttaÈ il commento di Giuseppe Giaccio, responsabile marketing di Giaccio Frutta. Con 96 produttori associati, Giaccio è uno dei principali produttori di pesche tra Campania e Lazio, specializzato in pesche bianche, gialle, percoche, nettarine, ma anche albicocche e susine. L'o.p. produce circa 2500 quintali di pesche e albicocche al giorno e quest'anno, complice l'estate molto calda,  prevede un aumento di produzione di almeno il 10% rispetto ai 200mila quintali dello scorso anno.

«Questa campagna si caratterizza per l'ottima qualità del prodotto – spiega Giaccio – grazie all'estate abbiamo un prodotto eccellente ma la sovraproduzione in tutto il Paese ha portato ad un abbassamento prezzi dovuto soprattutto a quella con il prodotto precoce spagnolo».

albicoccheSoleDiMontagna

All'altro capo della Penisola, a Imola, la cooperativa Sole di Montagna, specializzata in drupacee, non è così fiduciosa. «Se parliamo di prezzi, è la partenza peggiore degli ultimi dieci anni» dice senza mezzi termine il vice presidente Samuele Bertuzzi.

I prezzi al chilo sono inferiori di dieci centesimi rispetto a quelli del 2012 e non è colpa della sovraproduzione o della concorrenza spagnola ma della grande distribuzione organizzata che sta pagando il prodotto troppo poco, i prezzi sono vergognosi».

La situazione è particolarmente difficile con pesche e nettarine di cui, sottolinea Bertuzzi, quest'anno in Emilia Romagna non si registra una quantità eccessiva e negli ultimi cinque anni «la superficie coltivata si è ridotta del 30%». Dal punto di vista della richiesta, invece, le vendite procedono a gonfie vele sia in Italia che all'estero, complice probabilmente il caldo afoso che ha fatto lievitare il consumo di frutta.

Infine, rimanendo sempre in Emilia – Romagna, se ci spostiamo sul fronte albicocche, dopo la partenza negativa la situazione sembra stia migliorando. «Siamo in netto miglioramento, i prezzi sono in salita»  commenta Roberto Guidi dell'omonimo gruppo forlivese specializzato nella produzione solo di albicocche. «Quest'anno raggiungeremo un aumento di quantità pari al 40% grazie anche alla maggiore capacità produttiva dell'azienda che ha inaugurato il nuovo stabilimento a maggio».

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