08 maggio 2019

Apofruit, piccoli frutti sempre più strategici. Obiettivo: 100% made in Italy

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Se le fragole sono uno dei prodotti di punta dell’offerta di Apofruit, grazie ad un’esperienza sempre più consolidata – ormai la cooperativa cesenate gestisce circa il 20% di tutta l’offerta nazionale – nei piccoli frutti l’impegno cresce di anno in anno in modo sempre più costante. 

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Ilenio Bastoni, direttore generale del Gruppo Apofruit

«Da qualche anno abbiamo iniziato a lavorare in questo settore un po’ su tutte le referenze, a partire dal lampone che siamo in grado di offrire 12 mesi» ci spiega il direttore generale Ilenio Bastoni. In Basilicata Apofruit ha iniziato la raccolta del primo ciclo di lamponi a dicembre, mentre la raccolta dei mirtilli è iniziata a fine marzo nel sud Italia e proseguirà fino a estate inoltrata coprendo un po’ tutti i territori italiani. 

Fidelizzazione della mano d’opera

«Uno dei territori sui quali stiamo sviluppando particolarmente la coltivazione dei mirtilli è il Lazio dove ci sono alcune aree nelle quali l’acidità del terreno permette di coltivare questi piccoli frutti senza dover correggere le caratteristiche chimico-fisiche del terreno. Questo fa si che i costi degli impianti siano molto interessanti»

Un altro fattore che secondo Bastoni è da tenere in considerazione quando si parla di coltivazione di piccoli frutti è relativo alla mano d’opera. «Questo comparto si integra bene anche nella gestione della mano d’opera all’interno dell’azienda. Sono prodotti che hanno cicli di raccolta molto lunghi e permettono alle aziende di fidelizzare il personale: quindi, oltre a integrare il reddito perché i consumi sono in aumento e i valori che si realizzano sono sicuramente interessanti, i piccoli frutti consentono alle aziende agricole di poter specializzare il personale al proprio interno».

Innovazione varietale e gusto

Quello dei piccoli frutti è inoltre un comparto intorno al quale l’investimento in innovazione varietale e ricerca da parte di Apofruit procede di anno in anno «Sia sul lampone che sul mirtillo –  prosegue Bastoni –  lavoriamo molto sull’innovazione varietale. Sul lampone distribuiamo la varietà Adelita® che rappresenta una quota importante, sui mirtilli lavoriamo su nuove varietà che hanno pezzature maggiori, ma soprattutto, e questo è l’aspetto più importante che deve rappresentare il driver principale, che hanno caratteristiche organolettiche decisamente superiori rispetto a quelle classiche presenti sul mercato. La pezzatura aiuta a ridurre i costi di raccolta, ma l’elemento più importante che in questi anni ci ha fatto fare passi in avanti su questo mercato sono state le caratteristiche organolettiche, frutto del mix tra innovazione varietale e territorio dove vengono coltivate».

Consumi in crescita e spazio anche all’alchechengi

Il trend dei consumi di piccoli frutti è in aumento, secondo Bastoni, e le opportunità sono sempre più interessanti. «Oggi basta visitare un qualsiasi reparto della grande distribuzione per rendersi conto che spesso sugli scaffali ci siano prodotti non italiani in momenti dell’anno nei quali invece ci potrebbero essere: ecco perché il nostro obiettivo sia quello di cercare di coprire un calendario il più ampio possibile e avere un portafoglio prodotti al 100% italiani». 

Non mancano, infine, investimenti anche in altri piccoli frutti, a partire dalle more. «Abbiamo anche in questo caso in cantiere alcune nuove varietà che con bassi livelli di acidità, ottima shelf-life e un gusto che si avvicina molto alle more di rovo con pezzature interessanti». Completano il progetto piccoli frutti altre produzioni minori come quelle dei ribes e in futuro anche l’alchechengi. «Durante l’ultima edizione di Fruit Logistica a Berlino, visitando alcuni punti vendita della città, ci siamo resi conto come fosse sempre presente l’alchechengi. È un piccolo frutto semplice da produrre, stiamo facendo dei test produttivi e crediamo che possa completare l’offerta».

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