È iniziata circa un mese fa la campagna commerciale delle clementine in Italia quest'anno e, nonostante i quantitativi, come è noto (vedi ad esempio la nostra intervista a Marco Eleuteri di OP Armonia di inizio ottobre), siano decisamente inferiori alla norma – in media il 30% in meno, ma con punte che in Puglia superano in molti casi anche il 50/60% – i prezzi non sembrano essere soddisfacenti per i produttori come ci si aspetterebbe in questi casi. È la denuncia di molte associazioni di settore che in questi giorni nei loro comunicati sottolineano prezzi ingiustificati soprattutto nei reparti ortofrutta della grande distribuzione e fenomeni di sottocosto.
Savino Muraglia, ad esempio, presidente di Coldiretti Puglia, in una nota ripresa da molte testate accusa la Gdo di svendere, in questo momento, le clementine utilizzando ancora una volta il contestato metodo delle aste al doppio-ribasso. “Si realizza, in sostanza, una vendita sottocosto attraverso le offerte a prezzi stracciati anche di primizie o con una procedura condotta on line, nel corso della quale i fornitori sono chiamati a presentare la loro offerta al prezzo più basso e, nel corso di una seconda asta on-line a presentare un ulteriore ribasso sulla base di prezzo risultata inferiore nella fase precedente”.
Anche Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, evidenzia prezzi in vendita “inferiori a quelli che sarebbero giustificati dal normale gioco della domanda e dell'offerta” e inviata “i protagonisti della filiera a valutare con urgenza la situazione, per migliorare nell'interesse di tutti le prospettive della campagna”. Questo alla luce anche degli investimenti fatti per valorizzare prodotti certificati come l'Igp Clementine di Puglia.
“Come produttori abbiamo avviato un programma pluriennale per migliorare la presenza delle clementine italiane sul mercato nazionale e all'estero – aggiunge il vicepresidente di Confagricoltura, Nicola Cilento – Il nostro auspicio è che, con il contributo di tutti i soggetti interessati, il programma non sia rallentato o vanificato da iniziative di breve respiro in termine di prezzi. E soprattutto controproducenti per la parte agricola”.