“È necessaria e non più derogabile la riorganizzazione della filiera cerasicola pugliese in modo da distribuire più equamente il valore aggiunto favorendo maggiormente la parte agricola”. A sostenerlo sono Confagricoltura Bari/Bat e FedagriPesca confcooperative Puglia, alla luce di quanto accaduto nella campagna 2021.
Le due organizzazioni di rappresentanza hanno condotto una rilevazione amicale dei prezzi di vendita delle ciliegie nella distribuzione organizzata e dei prezzi di asta, nella prima settimana di giugno, in 28 città di sei regioni italiane, localizzate lungo tutta la penisola (rilevati dall’1 al 3 giugno i prezzi del mercato delle ciliegie di Bisceglie in quanto riferimento di tutta l’area del nord barese/Bat con assoluta assonanza a quanto verificatosi nei principali centri di raccolta del sud-est barese. Dal 4 al 6 giugno, rilevati i prezzi di vendita delle ciliegie presso la distribuzione organizzata, nei territori analizzati).
Dal produttore al distributore 5 euro di differenza
Dalla rilevazione è emerso che, mediamente, ci sono circa 5 euro di differenza tra il prezzo al produttore e il prezzo di vendita nella distribuzione. I prezzi di provenienza Puglia/Italia riportano un valore medio di 7,50 euro/chilo.
“La rilevazione dei prezzi ha permesso di stabilire un prezzo alla vendita tramite asta o tramite commercianti di circa 1/1,20 euro e alla vendita al consumo di circa 7 euro – afferma Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari/Bat – A essere prese in esame, solo le ciliegie per il consumo fresco che, dopo l’acquisto dall’agricoltore, vengono solo manipolate e confezionate, senza essere trasformate, per essere consegnate alla vendita al dettaglio. La forbice emersa di circa 5-6 euro a nostro avviso non è giustificabile alla luce delle caratteristiche del prodotto”.
“Riteniamo che la differenza tra il prezzo di vendita del produttore e quello d’acquisto del consumatore finale abbia, in media, dei valori sconcertanti, soprattutto se si tiene conto che essa è stata verificata in Gdo, per un prodotto fresco in piena campagna di raccolta e con la necessità conclamata di spingere i consumi per garantire veloce consumo della massa di drupe in maturazione. Una ricerca di mercato, condotta con metodi della rilevazione statistica, potrebbe permettere uno studio più accurato della problematica. Alla luce di tutto questo – conclude Michele Lacenere – vorremmo stimolare sia la politica sia la grande distribuzione a cercare dei correttivi in grado di portare a una maggiore remunerazione del prodotto al primo anello della catena, tale almeno da compensare i costi, lasciando un minimo di margine al produttore”.
Gli operatori intervenuti nel primo acquisto e nella prima lavorazione del prodotto fresco, coloro che vivono il primo impatto con il produttore e il successivo passaggio con la Gdo, hanno lamentato, a causa dell’annata di carico eccessivo del prodotto, una elevata presenza di calibro non commerciabile. Dalla rilevazione effettuata emerge, però, come la forbice di prezzo fra produttore e prezzi al consumo sia sempre molto elevata indipendentemente dal calibro.
La proposta di un piano cerasicolo
Confagricoltura Bari/Bat e FedagriPesca confcooperative Puglia spingono, dunque, per la stesura di un piano cerasicolo – che permetta di ripartire con una programmazione mirata e specifica – e per la caratterizzazione territoriale a marchio della ciliegia pugliese con l’organizzazione di un Consorzio di tutela della Ciliegia di Puglia per la promozione, la tutela e la valorizzazione del prodotto.
“È necessario convocare urgentemente un tavolo cerasicolo, ovviamente estendibile a tutto il comparto ortofrutticolo, perché il problema che si è verificato sulla ciliegia si ripercuote tutti gli anni anche sugli altri prodotti – afferma Vincenzo Patruno, presidente di FedagriPesca confcooperative Puglia – Di concerto con le istituzioni competenti dobbiamo iniziare a capire cosa si può fare per risolvere questa situazione. Centrale sarà il tema dell'aggregazione: occorre spingere sulla creazione di cooperative e Op che hanno la capacità di aggregare il prodotto e aggredire meglio il mercato. É fondamentale, inoltre, che il settore pubblico torni a investire nella ricerca, dal momento che l'innovazione varietale è venuta a mancare negli ultimi 10-15 anni con le conseguenze a cui assistiamo. Infine, riteniamo occorra puntare sulla caratterizzazione territoriale a marchio della ciliegia pugliese che gode, oltre alle specifiche organolettiche dettate dalle qualità climatiche e pedologiche del territorio, della riconosciuta capacità professionale degli operatori agricoli dei territori specializzati”.
“Percorso obbligato – conclude Vincenzo Patruno – l’organizzazione di un Consorzio di tutela della Ciliegia di Puglia per la promozione, la tutela e la valorizzazione dell’intera filiera, come ampiamente dimostrato negli anni da altri territori di produzione che, grazie alla programmazione, alla tutela del marchio e al marketing territoriale, presentano un prodotto che, indipendentemente dal calibro, ha un valore aggiunto molto più elevato rispetto a quello di provenienza pugliese”.
Confagricoltura Bari/Bat e FedagriPesca confcooperative Puglia chiedono alle istituzioni di intervenire individuando un prezzo minimo di acquisto da riconoscere ai produttori che tenga presente gli effettivi costi di produzione.
Fonte: Confagricoltura Bari-BAT – Confcooperative Fedagripesca Puglia
