Leggenda metropolitana vuole che in quel di viale Papiniano a Milano, nello storico punto vendita Esselunga, chi sia in cerca dell’anima gemella abbia più che discrete possibilità di riuscire a trovarla. Vero è meno che sia, nel tempo questo negozio è diventato “il supermercato dei single”, tanto che la sua riapertura dopo 6 mesi di ristrutturazione è stata ripresa da molte testate on line e cartacee, certamente anche per questo motivo.
È uno dei negozi di Bernardo Caprotti più storici, nato il 24 giugno del 1970. Piccolo (800 mq.), situato nelle vicinanze del centro (poco distante il carcere cittadino San Vittore e l’Università Cattolica). Durante la ristrutturazione Esselunga aveva istituito un servizio navetta per portare i suoi clienti nel suo megastore poco distante in zona Solari.
Per conoscere tutte le novità in termini di layout e offerta generale rimandiamo all’articolo di Luigi Rubinelli, direttore responsabile del magazine on line Retail Watch che analizza nel dettaglio tutto ciò che di nuovo è presente rispetto al passato. Nella nostra visita abbiamo osservato in particolare il reparto ortofrutta che, come da prassi, accoglie per primo i clienti all’ingresso. Pulito, ordinato, chiaro e funzionale nello sfruttare tutti i (pochi) spazi a disposizione, esteticamente “classico” e simile a tutti gli altri reparti ortofrutta presenti nei punti vendita Esselunga, ha circa 350 prodotti in assortimento.
Molto fornita l’area spremute fresche di frutta e frullati – abbiamo contato 16 referenze con gusti differenti, quasi tutti dell’azienda Macè – posizionata vicino a quella dedicata alla frutta di IV gamma, un’altra categoria ben presente per varietà e profondità nell’assortimento, certamente più di quanto lo sia di solito.
Nell’articolo di Retail Watch si sottolinea la grande varietà di pomodori presenti. Una segmentazione notevole, in effetti: 2 referenze sfuse da pesare, 5 confezionate nell’area biologica e ben 12 nella parte finale del reparto. Un’offerta complessiva ricca, non così facile da trovare altrove, che non punta molto sulla presentazione – sostanzialmente spartana l’esposizione – quanto sulla ricchezza di varietà e provenienza: si va dal pomodorino del Piennolo Vesuviano venduto in cassetta a quello di Pachino, passando per i pomodorini sardi, quelli ovali cencara, i pizzutelli, i datterini siciliani e così via. Insomma, nel complesso niente “effetti speciali” nel reparto ortofrutta, ma certamente molta “sostanza”, e in poco spazio.