03 agosto 2016

Spreco alimentare: ora l’Italia ha la propria legge

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Lo spreco alimentare è un tema di grandissima rilevanza che secondo le stime della FAO riguarda in maniera significativa la filiera ortofrutticola in cui raggiunge il 45% del prodotto sprecato e che all'Italia costa 12,5 miliardi – pari a 5,1 milioni di tonnellate – persi lungo tutta la filiera a partire dai campi di produzione 8%, alla trasformazione 2% per continuare nella distribuzione commerciale per il 15% e la ristorazione 21% fino allo spreco al consumo, con il 54%.

Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop commenta il varo in via definitiva della così detta legge anti-spreco promossa dall’onorevole Maria Chiara Gadda che il 2 agosto è stata approvata in Senato dopo il passaggio alla Camera dei Deputati il 17 marzo scorso.

Si tratta di una legge, destinata ad essere d’esempio nell’Unione Europea, che proprio in questo periodo sta definendo le Linee-guida sulla donazione di cibo: non è un caso, infatti, che la bozza avviata alla consultazione dall’UE in queste settimane riprenda buona parte del contenuto della Legge italiana.240454c7bf03e1050ece56b547619471

Il provvedimento arriva a soli sei mesi di distanza rispetto a un'analoga legge francese e definisce per la prima volta nell'ordinamento italiano i termini di “eccedenza”e “spreco” alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza e semplifica le procedure per la donazione. Consente la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito e semplifica il processo per produttori e operatori della grande distribuzione che potranno infatti fare semplicemente una dichiarazione consuntiva a fine mese del quantitativo e avranno agevolazioni fiscali e potranno ottenere uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato. Per un quantitativo donato inferiore ai 15.000 euro sarà inoltre possibile non effettuare dichiarazioni.

Una buona legge che favorisce ed incentiva l’impegno delle imprese volto a ridurre lo spreco di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili, ma non più vendibili”. Buona perché assicura – in un contesto di trasparenza e rigore amministrativo – la donazione di ingenti quantità di alimenti a fini di solidarietà sociale e per il contrasto della povertà, attraverso una forte semplificazione ed un’importante estensione delle merceologie e della platea dei soggetti del Terzo Settore destinatari. E perché lo fa senza obbligare le imprese, ma con un’azione di responsabilizzazione e coinvolgimento.

La battaglia contro lo spreco alimentare ha sempre visto Coop in prima fila, su più fronti. Oltre a puntare alla razionalizzazione dei processi logistici e delle scelte assortimentali e ad applicare la scontistica e le offerte speciali sui prodotti in scadenza, Coop ha promosso campagne di sensibilizzazione ad un consumo consapevole nelle scuole e dal 2003 porta avanti il progetto “Buon fine” o “Brutti ma Buoni” o “Spreco Utile”, con la cessione gratuita in solidarietà delle eccedenze alimentari che coinvolge il 50% della rete di vendita (iper, super e magazzini), oltre a dipendenti, soci volontari Coop, consumatori coop, operatori e volontari delle organizzazioni, amministratori locali e, in generale, cittadini.

Fonte news: Banco alimentare, Ancc Coop

Foto: Slow Food

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