15 settembre 2016

Il reparto ortofrutta del futuro? Più spazio ed emozione

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Cambia il carrello della spesa, cambiano le esigenze dei consumatori. Sta cambiando anche il punto vendita? Forse sì e qualcosa sta succedendo anche in Italia, anche nel reparto ortofrutta.

Nella giornata di apertura della 33esima edizione di Macfrut il protagonista del Forum è stato il reparto ortofrutta e le possibile evoluzioni di quest'area che per tutte le insegne della Gdo rappresenta il biglietto da visita con il quale si presentano ai propri clienti. Un’area strategica, dunque, anche se spesso in Italia ancora non al passo con le mutate esigenze di un consumatore che chiede qualcosa di più rispetto a quello che sino ad ora ha visto, e soprattutto in grado di valorizzare l’incredibile ricchezza presente nel mondo della frutta e verdura.

Non si va più nel punto vendita  per comprare e basta, è cambiata la sua funzionalità»

ha affermato Daniela Ostidich, presidente di Marketing & Trade, durante l’incontro dal titolo “Il reparto ortofrutta del futuro. Focus su spazi & segmentazione, presentazioni & gestione” coordinato e moderato dal professor Roberto Della Casa, managing director di Agroter.

macfrutforum

Da sinistra: Claudio Dall’Agata, Andrea Ventura, Roberto Della Casa, Daniela Ostidich e Marco D’Amico

Il punto vendita deve diventare la porta per «accedere ad un mondo global ed esperenziale”. Più stimoli, quindi, più relazioni, informazioni e aggiornamento sulle nuove tendenze. «Se si alza il livello di esperienza diventa più facile comunicare. Se l'esperienza funziona, le persone cominciano ad avvicinarsi» sostiene la Ostidich. Lo shopping sta prendendo direzioni differenti rispetto al passato, e quindi l’ortofrutta non può che adeguarsi seguendo nuove tendenze che puntano sull’evoluzione dei formati, il coinvolgimento attraverso nuove esperienze di acquisto, legando i prodotti sempre di più al territorio e proponendo un consumo intelligente (conveniente, non necessariamente sotto costo).

Voglia di cambiare all’estero. E il reparto ortofrutta conquista spazio

Tra gli esempi mostrati durante l’incontro, i riflettori sono andati su tre insegne estere che per quanto riguarda il reparto ortofrutta innovano, dedicandogli spazi praticamente impensabili in questo momento in Italia.

Whole Food 365, per esempio, in un punto vendita di Los Angeles ha dedicato all’ortofrutta 600 mq su 1500 mq complessivi di superficie e frutta e verdura rappresentano il 30% dei ricavi totali. Rimanendo negli Stati Uniti, da Sprouts Farmers Market a San Diego, l’ortofrutta occupa il 20% della superficie e ha un incidenza sulle vendite del 25%. “Più referenze, più incidenza sulle vendite” ha sottolineato Roberto della Casa. Infine Grand Frais, insegna francese specializzata nell’ortofrutta e che presto arriverà anche in Italia. Nel punto vendita di Nizza mostrato nel filmato frutta e verdura arrivano ad occupare il 60% dello spazio complessivo, incidendo per il 55% sulle vendite del negozio. Insomma, oltre confine c’è voglia di sperimentare, cambiare, implementare il numero complessivo di referenze di frutta e verdura presenti nel negozio e i risultati, quanto meno quelli mostrati durante l’incontro a Rimini, sembrano indubbiamente premiare questa scelta.

In Italia il caso Dimar

In realtà di esempi di innovazione di layout e display ne esistono anche in Italia. Durante l’incontro è stato portato l’esempio dei test che Dimar, attore della Gdo presente soprattutto nel Sud del Piemonte e in Liguria, sta facendo su negozi con metrature differenti.

È un percorso iniziato un anno e mezzo fa perché ci siamo resi conto che i nostri reparti ortofrutta erano piatti, poco emozionali e identici a quelli che si vedono in giro»

ha spiegato Marco D’Amico, Space Allocation Category in Dimar. «Il nostro reparto ortofrutta si posiziona all’inizio dei punti vendita e non era possibile ricavare spazio in più. Abbiamo, quindi, lavorato in verticale, recuperando metri lineari. Poi abbiamo valorizzato l’assortimento: l’esposizione orizzontale lo rendeva piatto e con scarsa leggibilità e non valorizzava la segmentazione. Adesso c’è maggior focalizzazione sulla stagionalità e le nicchie di mercato».

I risultati dopo i test?

Adesso la gente staziona dentro il reparto, non prende quello di cui ha bisogno e poi fugge.

Siamo estremamente soddisfatti, i test sono andati bene. Abbiamo aumentato gli spazi espositivi sugli stessi confini di reparto del 30% e anche il numero di referenze presenti del 10%. Abbiamo assistito ad un miglioramento degli sfridi e la produttività è rimasta stabile sui 3 formati testati».

Shopping experience. Il ruolo degli arredi e degli imballaggi

Ottimizzare gli spazi, fornire nuove soluzioni per rendere la “shopping experience” funzionale ed emozionale insieme. L’area New Retail Solution del Macfrut di quest’anno ha proprio l’obiettivo di fornire alcune nuove soluzioni ideate da alcuni partner specialisti in questo settore. Tra questi, presenti durante l’incontro, anche Cefla e Bestack, che hanno illustrato alcune delle nuove proposte presenti dal vivo per i visitatori della fiera riminese.

[Qui sotto alcuni esempi delle proposte presentate nell'area New Retail Solution a Macfrut 2016]

«Con la gourmettizzazione partita dopo Eataly anche nell’ortorfutta si stanno innescando trend presenti in altri settori – ha spiegato Andrea Ventura, Shopfitting solution director di Cefla -. La verticalizzazione permette, per esempio, di aumentare le referenze e di creare un esposizione gradevole. I display possono essere alimentati con pochi volt, con l’utilizzo di led, e poi è possibile digitalizzare i display e attuare operazioni di proximity marketing, in modo tale che possano interagire con il consumatore attraverso i loro smartphone, donando informazioni o coupon». Non a caso l’azienda con sede a Imola ha arredato il noto supermercato del futuro di Coop all’interno di Expo o ancora il nuovo showroom di Nestlé ad Assago.

Ma anche l’imballaggio recita la sua parte all’interno di questo nuovo possibile rinnovamento all’interno del reparto ortofrutta.

L’imballaggio non è solo strumento di contenimento e trasporto»

ha sottolineato Claudio Dall’Agata, Direttore del Consorzio Bestack. Per rispondere alla domanda “Cosa sarà l’imballaggio nel futuro?” Bestack ha ideato quattro tipologie di imballaggi lavorando sulla grafica e pensando ai colori come fossero tessuti, in grado di valorizzare le diverse referenze presenti a scaffale. «In questo modo l’imballaggio diventa anche segmentazione, specializzazione, unicità. Noi siamo un Consorzio che fa ricerca, l’obiettivo deve essere quello di individuare modalità attraverso le quali l’imballaggio possa costituire valore per l’ortofrutta».

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