La scorsa settimana è stata ospitata a Trento l’Assemblea generale di Areflh, organizzazione che associa rappresentanti pubblici e dei produttori di numerose Regioni Europee. L’evento, a cui ha collaborato Assomela, si è tenuto presso la prestigiosa Sala Depero messa a disposizione dalla Provincia Autonoma di Trento e con il forte supporto dell’Assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli.
In occasione dell’evento, dopo la parte formale che ha visto la rielezione di Simona Caselli alla presidenza e di Jean-Louis Moulon alla vicepresidenza, si è tenuta una conferenza pubblica che – con il contributo di alcuni eurodeputati, tra cui Herbert Dorfmann, e rappresentanti della commissione europea – ha analizzato la situazione del comparto ortofrutticolo europeo, tra riforma della Pac e Green Deal, difficile situazione geopolitica mondiale, aumento dei costi, crisi climatica, problemi di logistica e calo generalizzato dei consumi.
Tra i temi principali che hanno animato la discussione tra produttori e istituzioni c’è stato quello della nuova Pac per il settore ortofrutticolo, con la necessità di trovare degli strumenti di flessibilità per rendere il più agevole possibile la transizione tra il vecchio e il nuovo sistema. Una maggiore elasticità nella definizione del piano operativo per aumentare le spese ammissibili coerenti con i target che la Commissione si è posta con il Green Deal e la Farm to Fork (es. l’introduzione di forme di packaging sostenibile) è fondamentale.
Gli obiettivi posti dalla nuova Pac sono certamente ambiziosi, ma oltre a dover essere maggiormente tarati sulle esigenze e sulle oggettive difficoltà del mondo agricolo – alle prese con l’aumento incontrollato dei costi, calo dei consumi, difficoltà all’export e logistica in crisi – al momento dovrebbero essere riequilibrati in funzione della situazione politica globale e della necessità di garantire la cosiddetta food security ma anche l’equilibrio economico delle aziende.
A tal proposito, è fondamentale lavorare per un nuovo quadro normativo chiaro e certo – e su questo la Commissione sembra ben indirizzata – sulle nuove tecniche genomiche per sviluppare varietà resistenti alle nuove fitopatie e alle conseguenze disastrose del cambiamento climatico e realizzare – come chiedono i produttori, ma anche lo stesso parlamento europeo – un risk assesment rispetto all’impatto delle strategie della Commissione sulle aziende e sulla loro sostenibilità.
Tra i temi, rimane infatti forte la preoccupazione dei produttori europei di non avere più a disposizione sufficienti strumenti di difesa necessari per garantire la produzione e conseguentemente la redditività. E’ emerso un richiamo forte alla necessità di investire in innovazione e ricerca di soluzioni tecniche efficaci, con metodi adeguati e senza precipitare i tempi della transizione.
Per difendere, inoltre, la produzione europea è necessario lavorare sia per favorire l’accesso a nuovi mercati sia per verificare che le importazioni da paesi terzi, anche nell’ottica di una maggiore tutela del consumatore europeo, rispettino le medesime condizioni imposte ai produttori Ue.
Di fronte a queste sfide, solo un comparto compatto e organizzato può rispondere attuando strategie realistiche ed efficaci per il reale raggiungimento degli obiettivi salvaguardando la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del settore ortofrutticolo europeo.
Fonte: Assomela