03 ottobre 2013

Alto Adige, un sistema agricolo, turistico e commerciale integrato

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«Il comparto agricolo in Alto Adige è all’avanguardia grazie ad alcuni importanti elementi strutturali, in parte dipendenti da politiche locali e facilitate dall’autonomia, che hanno consentito alla popolazione locale di presidiare il proprio territorio lavorando e producendo vino, mele, latte e formaggi». A parlare è il professor Massimo Tagliavini, ordinario di Coltivazioni Arboree e preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie della Libera Università di Bolzano, nell’ambito della conferenza stampa che Fiera Bolzano ha organizzato nella mattinata di ieri, mercoledì 2 ottobre 2013, presso il Ristorante Leoni a Bologna.

Durante la conferenza il Direttore della Fiera Reinhold Marsoner ha presentato le varie esposizioni, fra cui Interpoma e Biolife, organizzate dalla fiera a stretto contatto col mondo agricolo del territorio altoatesino, che da anni riscuotono molto interesse anche oltreconfine.

Il professor Tagliavini aprendo la conferenza stampa ha tracciato un quadro generale del modello di business altoatesino, fatto di cooperazione e sapiente lavoro di molti agricoltori, che genera risultati importanti in termini di fatturato: nel vino per esempio, con 170 milioni di euro l’anno, nel comparto caseario con 330 milioni di euro e in quello melicolo con 650 milioni di euro e, ovviamente, importanti ripercussioni positive sul fronte occupazionale.
«Il caso della mela –  prosegue Tagliavini – è emblematico: 18.000 ettari coltivati, circa 1 milione di tonnellate di prodotto e due cooperative di secondo livello che si occupano della commercializzazione rappresentando 8.000 produttori».

Altro elemento di successo è il binomio tra agricoltura e turismo. 30 milioni di pernottamenti all’anno in Alto Adige, di cui il 12% negli agriturismi. Il turismo consente poi di far conoscere prodotti tipici sudtirolesi ad una vasta gamma di consumatori. Si pensi che il 50% del vino prodotto e commercializzato in Alto Adige viene acquistato da turisti.
Oltre al vino e alle mele il settore caseario è di importanza rilevante nell’economia agricola altoatesina, con 147.000 pascoli e 5.900 produttori di latte.

Il prof Tagliavini ha sottolineato inoltre l’importanza dello status sociale dell’agricoltore nel territorio altoatesino: viene considerato un vero professionista di valore, nonché incentivato anche dalle istituzioni affinché prosegua nella sua opera di cura e valorizzazione del territorio, sia per commercializzare i prodotti agricoli di qualità sia per accogliere i turisti in un ambiente sano e esteticamente gradevole.
Le sfide per il futuro?  Una sempre maggiore ecosostenibilità, l’abbassamento dei costi produttivi, il mantenimento delle rese a livelli elevati, la cura di qualità e tracciabilità e la ricerca di prodotti alternativi che integrino e arricchiscano l’offerta altoatesina.

La conferenza stampa si è conclusa con un assaggio di prodotti tipici altoatesini, offerti da Bioland e preparati dallo chef Marcello Leoni.

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