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09 maggio 2024

Apofruit, Fornari: “Non abbiamo sbagliato niente”

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“Quattro anni fa, era febbraio 2021, abbiamo lanciato numerosi progetti inerenti l’innovazione varietale. Ora è giunto il momento dei bilanci e possiamo dirlo: non abbiamo sbagliato niente”. Così Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit, ha riassunto a myfruit.it gli ultimi sviluppi.

La ricetta per non sbagliare

“Non è questione di fortuna – ha puntualizzato Fornari – ma a pagare è il lavoro di squadra. Hanno lavorato bene i nostri tecnici, numerosi e preparati, che hanno individuato le giuste varietà nei campi sperimentali e ne hanno compreso le potenzialità. E poi a guidarci sono stati due pilastri, la ricerca del gusto e la produttività“.

Non è facile primeggiare

Apofruit, che il prossimo anno festeggerà i 65 anni di vita, ha chiuso il 2022 con un fatturato di 321 milioni, quello del 2023 verrà pubblicato a giugno dell’anno corrente). Forte di una base sociale di 2.750 produttori e 151mila tonnellate di ortofrutta conferita e commercializzata, 12 stabilimenti di lavorazione, 179 dipendenti fissi e 1.972 stagionali ha lavorato e sta lavorando su importanti progetti di innovazione varietale.

Basti citare le mele Pink Lady, Candine, Joya, i kiwi Zespri e Dulcis, i cachi Maxim, la pera Fred, le patate Selenella, le clementine Tang Gold, il mini peperone Angello, senza tralasciare le numerose indicazioni di origine, per esempio le fragole della Basilicata, le pere dell’Emilia Romagna, l’asparago di Altedo.

Tutte le produzioni sono declinate in prodotto tradizionale e prodotto biologico, la quota di quest’ultimo ha superato il 25 per cento.

“Siamo tra i primi in tutti i settori, non è facile – ha proseguito Fornari – Per farlo bisogna bilanciare innovazione e tradizione, nonché anticipare i tempi. Penso all’uva senza semi, quando siamo partiti 12 anni fa sembrava essere un prodotto destinato solo ad alcuni mercati. I dati di oggi raccontano un’altra storia”.

Bene le nettarine, qualche problema con il kiwi giallo al centro-sud

“Negli ultimi quattro anni, tra pandemia, eventi climatici avversi, inflazione, non ci siamo fatti mancare nulla – ha ricordato il direttore – E anche quello in corso è un anno problematico, soprattutto se si pensa alla sfida del cambiamento climatico. Monitoriamo le previsioni meteo con apprensione, per ora con le pesche e le nettarine sta andando tutti bene. Riscontriamo invece problemi con il kiwi giallo negli areali produttivi del centro-sud dove, per via del caldo anomalo di settembre-novembre, avremo rese dimezzate. Per fortuna in Emilia Romagna e Veneto, dove abbiamo l’80% della produzione di kiwi, sta andando tutto bene”.

“Dobbiamo convivere con questa nuova sfida – ha proseguito Fornari – e pertanto occorre essere molto veloci nel fare delle analisi, il clima non possiamo cambiarlo. Prevediamo dunque coperture su tutte le colture, doppia irrigazione, tutto quello che serve per contrastare i problemi. E poi dobbiamo stare vicini ai soci e fronteggiare con loro le crisi, non ultima senza la carenza di manodopera”.

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