05 aprile 2020

Car, 300 chili di frutta e verdura per i bisognosi

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Venerdì scorso, 3 aprile, il Centro agroalimentare di Roma (Car) ha consegnato a don Luigi D'Errico, parroco della chiesa SS. Martiri dell'Uganda, circa 320 kg di frutta e verdura, raccolti grazie alle donazioni degli operatori del Car. Un quantitativo che corrisponde a circa 1.500 porzioni medie.

La consegna è avvenuta con la collaborazione delle Acli di Roma, che sostiene la parrocchia attraverso il progetto di recupero delle eccedenze alimentare “Il Cibo Che Serve”. A trasportare la merce è stata l'azienda logistica Consetra. La frutta e la verdura raccolte saranno utilizzate dalla parrocchia per aiutare le famiglie povere della zona alle quali viene offerto ogni settimana un pacco alimentare, per sostenere gli ospiti delle case famiglia “Rifugio per Agar” dedicata a donne e bambini vittime di maltrattamenti e di “Casa Betlemme” per famiglie, e per dare una mano alle persone che vivono nell'occupazione di viale del Caravaggio.

“Un gesto – spiega Walter Gammaria, presidente del Car – che assume una grande significato in questo momento storico durante il quale tante famiglie non riescono nemmeno a comprare il cibo da mettere a tavola. Un obiettivo raggiunto grazie alla grande generosità degli operatori del Car che da sempre sono in prima linea per le donazioni a chi è più fragile”.

“L'iniziativa – aggiunge Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Car – fa parte del percorso intrapreso dal Car da oltre due anni con molte realtà del volontariato dalle Acli di Roma, che oggi sono qui con noi, alla Caritas alla comunità di Sant'Egidio e al Banco Alimentare. Un vero proprio circolo virtuoso che ci ha visto alleati per sostenere gli ultimi della nostra città”.

“Insieme al Car – commenta Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – cerchiamo sempre di essere in prima linea per aiutare gli ultimi, i più poveri. La donazione di oggi è sicuramente un aiuto concreto, che raggiungerà le tavole di tante persone, ma anche un gesto dal forte valore simbolico, perché vogliamo lanciare un segnale di speranza per uscire da questo momento buio che stiamo attraversando, far vedere che la solidarietà non si ferma e lanciare un messaggio per dire che il bene è contagioso, ed è questo il contagio che vogliamo, per cercare di sconfiggere quello del Covid-19″.

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