Fare il punto sulle prospettive del settore ortofrutticolo legate al regolamento della Commissione europea sull’istituzione di un quadro di certificazione per gli assorbimenti di carbonio. È stato questo il focus del convegno sul Carbon farming organizzato da Cia-Agricoltori Italiani con il Crea, nella giornata di apertura della 40esima edizione di Macfrut.
Obiettivo è l’individuazione degli strumenti da mettere in campo per trasformare qualcosa che è ancora a livello pioneristico in un’effettiva fonte di reddito per le aziende agricole, a fronte di una forte domanda di decarbonizzazione da parte dei governi e dell'industria. La prevista riduzione del sostegno della Pac al settore primario dopo la crisi in Ucraina renderà ancora più importante la partita dei crediti di carbonio.
“L’agricoltura, da sola, sequestra 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno stoccandola nei terreni come carbonio organico – ha dichiarato il presidente Cia, Cristiano Fini– La parola chiave è carbon farming, allorché il carbonio stoccato acquista un valore commerciale e può essere inserito in un mercato internazionale dei crediti di carbonio”.
“Cia guarda con grande interesse a queste nuove opportunità offerte dalla rivoluzione green e ha accolto con favore gli obiettivi della proposta di regolamento della Commissione Ue – ha aggiunto Fini – ma c’è ora la necessità di linee guida e di una regolamentazione chiara per evitare frodi e speculazioni. Servono, dunque, con urgenza protocolli che garantiscano trasparenza ed efficacia su come si generano e si commercializzano i titoli che rappresentano l'assorbimento di anidride carbonica”.
“In questo è fondamentale il ruolo svolto dal Crea – ha spiegato il direttore generale Stefano Vaccari – ricordando che l’Italia è ancora indietro ai Paesi del Nord Europa, ma la definizione di uno standard nazionale per quantificare i crediti di carbonio derivanti dalle attività agroforestali è una priorità per la nostra agricoltura. La recente attivazione di un Registro pubblico dei crediti di carbonio agroforestali va in questa direzione. Chiederemo aiuto anche alle associazioni di categoria per iniziare in via sperimentale la valorizzazione dei servizi ecosistemici funzionali all’assorbimento di CO2 nelle aziende agricole. Se l’iter legislativo europeo dovrà definire il percorso attuativo per gli Stati membri entro il 2024. Sarà, dunque, importante dotare l’Italia di regole condivise già entro il 2023″.
Fonte: Cia