09 giugno 2020

E-commerce, ordini quadruplicati per Panierebio

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“Desideravamo che il biologico non fosse più un prodotto di lusso“. Così Andrea Giadone, amministratore delegato di Panierebio, motiva la nascita della piattaforma e-commerce siciliana che, durante il lockdown, ha fatto registrare numeri da urlo: ordini quadruplicati, 300 persone che si sono trovate, dal giorno alla notte, a fare un altro lavoro, e cioè a evadere richieste. Ma prima di entrare nel merito di quanto successo nelle ultime settimane, meglio fare un passo indietro e tornare al 2016, anno di nascita di Panierebio.

Giadone: “Per prima cosa siamo produttori”

Andrea Giadone, amministratore delegato di Panierebio

Andrea Giadone, amministratore delegato di Panierebio

Andrea Giadone ha 30 anni, è siciliano, ha conseguito la laurea in Lettere e filosofia presso l'ateneo bolognese ed è sposato con Martina, avvocato, un anno in meno di lui e un periodo trascorso in Trentino Alto Adige. Il papà di Andrea è l'amministratore dell'azienda agricola biologica Natura Iblea, 120 ettari di produzione ortofrutticola a sud dell'Isola. 

L'azienda di famiglia da sempre esporta prodotti in tutta Italia e all'estero, dove serve anche la Gdo. Ed è da questa attività che nasce l'idea imprenditoriale di Andrea, Martina e Adriano, un amico esperto di commercio elettronico: “Vedevo i prodotti dell'azienda di mio padre andare ovunque – esordisce – ma desideravo che restassero in Sicilia. Soprattutto desideravo che il prodotto biologico non fosse più considerato un prodotto di lusso: con una forma di e-commerce inizialmente artigianale, abbiamo cominciato a venderlo in cassette a rendere”. Nel 2017, quando inizia realmente l'attività, Panierebio non era altro che un foglio excel in cui era descritto un listino: il cliente lo compilava a mano, lo rimandava indietro, e a quel punto partiva l'ordine. Nel tempo l'attività ha preso forma e si è maggiormente strutturata: una flotta di mezzi refrigerati di proprietà serve la Sicilia, mentre per le consegne nel resto di Italia Panierebio si appoggia a Stef, spedizioniere internazionale specializzato nella consegna di prodotti freschi e freschissimi. “Il punto critico sono i trasporti – spiega l'Ad – Pertanto cerchiamo di ottimizzarli, sia per contenere i costi, sia per ridurre l'impatto ambientale delle consegne. In pratica, quindi, abbiamo razionalizzato i viaggi: diciamo che, dal momento dell'ordine al momento della consegna, calcoliamo circa una settimana”.

Un paniere biologico diversificato

Nel listino di Panierebio ci sono tutti i prodotti biologici coltivati nell'azienda Natura Iblea: carote novelle, pomodori ciliegino e datterino, zucchine, arance, limoni, patate, meloni, aromi, spezie e anche prodotti trasformati, quali sughi e marmellate. Ogni cassetta commercializzata tramite il canale e-commerce pesa dai sette ai nove chilogrammi; i clienti abituali sono i gruppi di acquisto solidale e i privati.

Tra le iniziative di Panierebio vi è “brutti, ma buoni”, un'idea volta a contrastare gli sprechi che consta nella valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli bio difettati o fuori calibro, che vengono commercializzati con prezzi speciali: “Il cliente, di fatto, paga solo la spedizione”, puntualizza Giadone.

Per fare in modo che ci sia una disponibilità continua di alcuni prodotti – per esempio le banane – Panierebio integra la produzione dell'azienda di famiglia, con quella di alcuni conferitori: “Ci appoggiamo a commercio equo e solidale – racconta Andrea – per garantire ai nostri clienti la continuità di alcuni prodotti durante tutte le stagioni. Il grosso di quello che commercializziamo proviene dalle nostre campagne”. Il prodotto più richiesto? “Normalmente le referenze di nicchia, per esempio lo zenzero – risponde Giadone – Ma con il lockdown è cambiato tutto“. 

Lockdown, ordini fuori controllo

“Dall'oggi al domani – spiega – abbiamo avuto un'esplosione delle richieste da parte delle grandi città del nord. In particolare, durante il lockdown, gli ordini provenivano da Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio“. Per far fronte a questo exploit, Panierebio si è subito riorganizzato: “Normalmente lavoriamo anche con la ristorazione e con le mense – puntualizza – Non abbiamo fatto altro che spostare le 300 persone che lavorano in questi ambiti, nell'e-commerce. La parte più complessa è stata la gestione del magazzino, dovevamo garantire i distanziamenti”.

Per raccontare questo boom con i numeri, Giadone fa riferimento ad alcuni indicatori: “Eravamo abituati a circa 250 ordini settimanali, in poco tempo sono diventati mille. Solitamente le operatrici che preparano le cassette sono 15, in pieno lockdown hanno lavorato in cento, perché dalle consuete mille cassette alla settimana, siamo passati a quattromila“. Anche i contenuti delle cassette sono cambiati: i consumatori sono andati a caccia sopratutto di prodotti di base, quali carote, cipolle, patate. “Le arance e i limoni – ricorda – sono andati letteralmente a ruba”. Ma ora che il lockdown è terminato, ora che la spesa la si può fare tranquillamente, si è tornati ai numeri ex ante lockdown? “No – conclude Giadone – il numero degli ordini è ancora molto alto. Abbiamo notato che le richieste ora arrivano anche da piccoli comuni e non solo dalle grandi città: penso che il consumatore abbia capito che con l'e-commerce non corre nessun rischio, che non vengono violati i dati sensibili. Allo stesso tempo ha compreso che con quattro click può disporre di un prodotto biologico, certificato, che arriva direttamente a casa“.

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