Logistica e Trasporti

06 giugno 2024

Congestion fee al porto di Genova, logistica in subbuglio

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Dal 3 giugno scorso, causa “gravi criticità nello svolgimento dei cicli operativi camionistici al porto di Genova”, le imprese di autotrasporto stanno applicando ai committenti la cosiddetta congestion fee, una sorta di indennità per i disagi subiti nello svolgere le normali attività di carico e scarico allo scalo ligure.

Una decisione che sta portando scompiglio nel mondo della logistica.

La congestion fee in sintesi

Nella pratica, la congestion fee è una somma aggiuntiva di 120-180 euro a viaggio che si va a sommare ai corrispettivi concordati in fase di contratto.

Per dirla con le parole del mondo dell’autotrasporto, si tratta di “una responsabile compartecipazione agli extra costi generati dai disservizi al porto di Genova”.

L’iniziativa è stata condivisa dalle principali sigle dell’autotrasporto, e cioè da Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Lega Cooperative e Trasportounito, le quali hanno argomentato: “La perdita di produttività economica generata dai disservizi del sistema portuale e dei terminal del porto di Genova non può più essere sostenuta solo dalle imprese di autotrasporto, ma deve essere condivisa da tutta la filiera di servizi alla merce”.

Gli spedizionieri si oppongono

La congestion fee non è però piaciuta agli spedizionieri.

I quali, per voce di Fedespedi (Federazione nazionale delle imprese di spedizioni internazionali), hanno chiesto l’intervento dell’Autorità di sistema portuale del mar ligure occidentale “affinché istituisca un tavolo di confronto fra le parti per superare le problematiche esistenti. Da questa richiesta di applicazione unilaterale della maggiorazione, a un primo esame, emergono profili di rilevanza anticoncorrenziale”.

“I disservizi denunciati dagli autotrasportatori vengono subiti da tutta la catena logistica – ha precisato la Federazione – In particolare queste criticità gravano già oggi in termini di oneri economici, diretti e indiretti, sulla merce che non può certamente oggi farsi carico di ulteriori costi come quello della congestion fee. Le imprese di spedizione nel porto di Genova, come in diversi altri scali quali ad esempio Trieste, Livorno, La Spezia, si sono sempre impegnate a proporre e attuare soluzioni operative, essendo parte integrante e proattiva dell’evoluzione tecnologica e digitale a livello di ecosistema ed essendosi fatte portatrici di istanze, quali l’adozione di una carta dei servizi, che potrebbero consentire il monitoraggio puntuale dell’efficacia delle prestazioni fornite da tutti gli attori coinvolti”.

La competitività dello scalo è a rischio

Il rischio, secondo gli spedizionieri, è che si perda la competitività dello scalo di Genova e del sistema logistico, già gravato dal contesto economico e geopolitico internazionale e nazionale che genera incertezze nei tempi di consegna per via dell’allungamento delle rotte commerciali.

Un’iniziativa come la congestion fee – ha concluso Fedespedi – rischia di indebolire e danneggiare pesantemente il porto di Genova, nei prossimi mesi interessato da importanti opere infrastrutturali che limiteranno la capacità di trasporto ferroviario. Si potrebbero causare possibili e significative deviazioni di traffico che destano allarme nelle imprese di spedizione italiane aderenti alla Federazione”.

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