Luglio ha confermato l’andamento negativo di giugno: i consumi di ortofrutta fresca sono in caduta libera. La conferma arriva dall'Osservatorio di mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni Gfk (Growth from knowledge).
La domanda nel periodo in esame si attesta a 476mila tonnellate, -4% rispetto all'anno precedente e -12% se il confronto avviene con riferimento allo stesso mese del 2016. Una flessione che – sottolinea lo studio – interessa in modo trasversale l’intero Stivale: -3% nord-ovest, -4% nord-est, -5% centro -6% sud e Sicilia.
Anche in termini di valore si evidenzia un calo: – 4%, con prezzi medi tuttavia pari a 1,85 euro/kg (+1% su luglio 2019) superiori del 12% sul 2016.
E' la frutta a soffrire di più
Nel dettaglio, la frutta è la componente che patisce di più, con un -6% su luglio 2019, per un totale di appena 274mila tonnellate acquistate, e un ammanco in termini assoluti di oltre 16mila tonnellate. Nel raffronto con il 2016 la contrazione dei volumi è addirittura del 16%. Secondo Cso Italy, si tratta di una situazione complessa, in parte dovuta a una frenata della domanda iniziata fin dalla primissima fase post-lockdown, legata al calo del potere di acquisto degli italiani, in parte riconducibile alla scarsità di prodotto disponibile sul mercato a causa delle gelate di fine marzo.
“I prezzi medi per la frutta sono saliti mediamente a circa 1,90 euro/kg con un incremento del 6% rispetto a luglio 2019, come conseguenza della minore disponibilità di prodotto per la stagione in corso – sottolinea Daria Lodi, del servizio statistica e Osservatorio di mercato di Cso Italy – Dall’inizio anno il prezzo medio della frutta si è sempre mantenuto al di sopra delle annate precedenti. La forbice, molto aperta in maggio e giugno, ha dato tuttavia segnali di chiusura in luglio”.
Tra le specie frutticole la situazione è negativa per albicocche, con ammanchi nei volumi pari al 22%, nettarine (-11%) e ciliegie (-27%). Le pesche, tra le drupacee, sono le sole a reggere il confronto con il 2019, eguagliando le quantità del luglio dell’anno scorso. Da segnalare l’andamento insolito dell’anguria, in calo del 3%. Eccezioni in positivo per meloni (+3%), banane (+2%) e uva da tavola, vero ‘outsider’ del mese, che raddoppia i quantitativi passando da 4 a 8mila tonnellate.
Ortaggi, crollo contenuto dei volumi, scendono anche i prezzi
Secondo quanto emerge dall'Osservatorio di mercato Cso Italy, i volumi di ortaggi acquistati nel periodo in esame hanno raggiunto le 202mila tonnellate, -3% rispetto a luglio 2019 e -5% sullo stesso mese del 2016. Il prezzo medio in questo caso si è attestato a poco oltre 1,80 euro/kg, corrispondente al 6% in meno rispetto al 2019, quando le quotazioni medie avevano raggiunto 1,93 euro/kg, un indice ben al di sopra di quanto registrato nel triennio 2016-2018 pari a 1,73 euro/kg: “Nel caso degli ortaggi l’anno era cominciato con prezzi inferiori al 2019 per poi crescere nel trimestre aprile-giugno e scendere nuovamente a luglio riallineandosi con il trend del mese”, commenta Lodi.
Nel dettaglio, i pomodori tornano sul gradino più alto dei consumi nonostante la contrazione dei volumi del 10% (41.750 tonnellate) seguiti dalle patate, che confermano il rallentamento dovuto all'andamento della stagione in campo (-1%). Per le zucchine prosegue il trend positivo in atto da inizio anno grazie ad un’ulteriore crescita dell’8%. Viceversa le insalate rimangono nel loro stato di crisi con l’ennesimo mese negativo (-13%). Bene infine le melanzane (+5%), i peperoni (+17%) e i fagiolini (+39%).
Quanto ai canali di vendita, il calo degli acquisti coinvolge tutte le fonti di acquisto principali. Nello specifico i supermercati registrano i differenziali più importanti in termini assoluti con circa 10mila tonnellate veicolate in meno (-6%). Percentuale negativa anche per discount (-6%), iper (-10%) e superette (-5%). Per i canali tradizionali la situazione non è migliore: -9% i mercati ambulanti/rionali, -6% i fruttivendoli.
Dall’analisi dell’Osservatorio emerge anche che la frutta e la verdura confezionate perdono quote di acquisto: il peso fisso (confezionato) passa da 93 a 88mila tonnellate nel luglio 2020 (-5% sul 2019) a fronte di un aumento di prezzo medio di acquisto del 3%. Sul fronte del bio, infine, si segnala un generale calo dei consumi: rispetto al luglio 2019 sono state acquistate circa 2.400 tonnellate in meno (-8%), nonostante la diminuzione del prezzo medio del 3% attestatosi a 2,08 euro/kg.
Abbiamo avuto un'estate caratterizzata da produzioni contenute – commenta Elisa Macchi, direttore di Cso Italy – Albicocche, pesche e nettarine, susine hanno registrato cali molto importanti che hanno innescato un innalzamento del prezzo dovuto proprio alla minore offerta e se scendiamo nel dettaglio il calo generale del consumo è frutto di prodotti, ad esempio come nettarine o albicocche, che hanno subito un innalzamento consistente del prezzo attorno al 30%. Poiché in questo momento ci troviamo a chiederci quali effetti la pandemia porterà sui consumi anche nel medio termine, si fa sempre più forte il timore che i disagi sociali che l’emergenza sanitaria ha purtroppo portato possano ora e in futuro riversarsi su una maggiore attenzione al prezzo nella scelta d’acquisto”.