Fruttivendoli e non solo

30 novembre 2023

Dr Agricoltura, un agronomo toscano svela i segreti della terra

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“Pillole agricole che creano dipendenza”. Si presenta con ironia Alessandro Giglietti, agronomo originario di Cetona (Siena), classe 1995, laureato all’Università di Firenze, che su Instagram racconta le buone pratiche dell’agricoltura. A seguirlo sono giovani o professionisti del settore, ma anche persone desiderose di scoprire i segreti dei prodotti che portiamo ogni giorno in tavola. Nei post, Dr. Agricultura – come è conosciuto sui social – fornisce consigli tecnici, dalla potatura al miglioramento della qualità dell’olio, ma anche suggerimenti pratici per riconoscere la qualità degli alimenti e fare le giuste scelte durante la spesa, senza dimenticare di dare un parere su temi di attualità come i cibi del futuro. Tra i temi che lo appassionano ci sono proprio gli insetti, come la dannosa mosca delle olive, specie su cui lavora da anni e che ha trattato nella tesi di laurea (“Sono gli insetti i veri sovrani del mondo”).

“Oggi — racconta al Corriere della Sera — lavoro come dipendente in un concessionario di trattori e mi occupo di software. Credo sia fondamentale, infatti, raccontare agli agricoltori che la tecnologia non deve spaventare, ma deve incuriosire e può essere un alleato del settore senza mettere a rischio le tradizioni. L’agricoltore è quasi geloso della sua terra, quindi quando riesci a entrarci in sintonia, dai dei consigli e vedi che sono seguiti, è bello. La mia passione per l’agricoltura è nata grazie alla piccola azienda a conduzione familiare dove realizzo i miei video”. Quello che “vorrei trasmettere — conclude — è che l’agricoltore è un soggetto in possesso di conoscenze e competenze, una persona che lavora con passione e dedizione, perché i campi hanno bisogno di attenzione 365 giorni l’anno. E l’importanza di scegliere cosa mangiamo e sapere come viene prodotto”. E alla domanda su cosa spinga un giovane a scegliere l’agricoltura, risponde: “Quando sono in campo, all’aria aperta, sto bene. So di produrre quello che mangio e mi muovo in un ambiente unico“.

Fonte: Corriere.it

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