Le esportazioni italiane di ortofrutta sono aumentate per tutti i principali prodotti, con l’unica eccezione del kiwi, per il quale di registra un decremento in valore del 2,4% e ancor più in volume, quasi il 30 per cento.
A dirlo è il report di Ismea sul commercio estero che videnzia come il comparto ortofrutta fresca abbia toccato un fatturato all’estero pari a 2,8 miliardi nel cumulato gennaio-giugno 2024 (8% del totale) con una crescita del 2,7% a valore e 4,8% in volume grazie soprattutto alle mele e all’uva da tavola (+45,1%).
Lo scenario
Il risultati del comparto ortofrutta si inseriscono in uno scenario di più ampio respiro della bilancia commerciale che Ismea sintetizza così: "Dopo un 2023 da record, con le esportazioni agroalimentari italiane che hanno oltrepassato 64
miliardi, anche nei primi sei mesi del 2024 la dinamica è rimasta positiva con un valore
che ha sfiorato 34 miliardi, in aumento del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023".
In crescita anche il valore delle importazioni (+1,4% per 33,5 miliardi) in maniera meno consistente rispetto al 2023, in ragione soprattutto della riduzione delle quotazioni delle commodity agricole. In tal modo, è migliorato il saldo commerciale agroalimentare tornando positivo e pari a 433 milioni.
Le importazioni ortofrutticole
Le importazioni di ortofrutta fresca sono cresciute del 4,8% rispetto ai primi sei mesi del 2023, arrivando a superare 2,9 miliardi (9% del totale import).
Il comparto è rappresentato in prevalenza dalla frutta fresca (65%) con le importazioni di banane, nocciole, mandorle, pere e pistacchi; gli ortaggi freschi (35%) importati sono stati soprattutto patate, peperoni e pomodori.
I principali paesi di destinazione e di provenienza
Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani si conferma l'Unione europea che, con 19,5 miliardi nei primi sei mesi 2024 ha assorbito poco meno del 60% delle esportazioni dell’Italia.
Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i partner di maggior rilievo, con il terzo che è cresciuto a un tasso più elevato.
Tra i primi 20 Paesi di destinazione, è risultata in controtendenza solo l’Ungheria che tuttavia ha un ruolo marginale, rappresentando solo l’1% delle totali esportazioni nazionali.
Si conferma la concentrazione geografica delle esportazioni italiane, con i primi cinque Paesi di destinazione che assorbono da soli quasi la metà dei flussi complessivi. L’Ue è il principale partner commerciale dell’Italia anche per le importazioni (24 miliardi nel primo semestre 2024) con una quota del 72 per cento.
Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono i principali fornitori, mentre tra i Paesi terzi il primo fornitore è il Brasile, con flussi tuttavia in riduzione del 5,7% in valore su base tendenziale.