Import/Export

15 ottobre 2024

Export, Ismea: giù il kiwi, vola l'uva da tavola (+45%)

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Le esportazioni italiane di ortofrutta sono aumentate per tutti i principali prodotti, con l’unica eccezione del kiwi, per il quale di registra un decremento in valore del 2,4% e ancor più in volume, quasi il 30 per cento.

A dirlo è il report di Ismea sul commercio estero che videnzia come il comparto ortofrutta fresca abbia toccato un fatturato all’estero pari a 2,8 miliardi nel cumulato gennaio-giugno 2024 (8% del totale) con una crescita del 2,7% a valore e 4,8% in volume grazie soprattutto alle mele e all’uva da tavola (+45,1%).

Lo scenario 

Il risultati del comparto ortofrutta si inseriscono in uno scenario di più ampio respiro della bilancia commerciale che Ismea sintetizza così: "Dopo un 2023 da record, con le esportazioni agroalimentari italiane che hanno oltrepassato 64 miliardi, anche nei primi sei mesi del 2024 la dinamica è rimasta positiva con un valore che ha sfiorato 34 miliardi, in aumento del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023".

In crescita anche il valore delle importazioni (+1,4% per 33,5 miliardi) in maniera meno consistente rispetto al 2023, in ragione soprattutto della riduzione delle quotazioni delle commodity agricole. In tal modo, è migliorato il saldo commerciale agroalimentare tornando positivo e pari a 433 milioni.

Le importazioni ortofrutticole

Le importazioni di ortofrutta fresca sono cresciute del 4,8% rispetto ai primi sei mesi del 2023, arrivando a superare 2,9 miliardi (9% del totale import). 

Il comparto è rappresentato in prevalenza dalla frutta fresca (65%) con le importazioni di banane, nocciole, mandorle, pere e pistacchi; gli ortaggi freschi (35%) importati sono stati soprattutto patate, peperoni e pomodori.

I principali paesi di destinazione e di provenienza

Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani si conferma l'Unione europea che, con 19,5 miliardi nei primi sei mesi 2024 ha assorbito poco meno del 60% delle esportazioni dell’Italia. 


Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i partner di maggior rilievo, con il terzo che è cresciuto a un tasso più elevato. 

Tra i primi 20 Paesi di destinazione, è risultata in controtendenza solo l’Ungheria che tuttavia ha un ruolo marginale, rappresentando solo l’1% delle totali esportazioni nazionali. 

Si conferma la concentrazione geografica delle esportazioni italiane, con i primi cinque Paesi di destinazione che assorbono da soli quasi la metà dei flussi complessivi. L’Ue è il principale partner commerciale dell’Italia anche per le importazioni (24 miliardi nel primo semestre 2024) con una quota del 72 per cento. 



Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono i principali fornitori, mentre tra i Paesi terzi il primo fornitore è il Brasile, con flussi tuttavia in riduzione del 5,7% in valore su base tendenziale.

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