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05 giugno 2024

Fairtrade, oltre 14mila tonnellate di banane in Italia

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Le banane si confermano il prodotto principale per il mercato italiano con un volume di venduto pari a 14.300 tonnellate (+8%), sia grazie all’ampia distribuzione nella Gdo – Aldi, Coop, Gruppo Selex, IN’s, Pam Panorama – sia grazie alla diffusione nelle mense scolastiche.

E’ quanto emerso stamattina a Milano in occasione dell’evento Trent’anni sulla rotta della sostenibilità organizzato da Fairtrade

“Quest’anno Fairtrade Italia ha raggiunto il 30esimo compleanno – ha dichiarato Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia – Si tratta di un traguardo eccezionale per la nostra organizzazione, nata dal basso per promuovere condizioni commerciali più eque a favore degli agricoltori di Asia, Africa e America Latina. Sono moltissimi i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni: nei negozi e nei supermercati del nostro Paese continua a crescere il numero di prodotti Fairtrade in vendita. Anche le organizzazioni di agricoltori sono cresciute con noi. Oggi parliamo di poco meno di due milioni di agricoltori e lavoratori che beneficiano dei vantaggi del nostro circuito in 70 Paesi. Grazie a tutte le aziende e ai consumatori che con noi vogliono essere parte del cambiamento, puntiamo a raggiungere ancora più persone nei prossimi anni”.

I margini di miglioramento dell’ortofrutta

“Nel 2023, in termini di volumi, le banane non sono seconde a nessuna delle oltre 2.522 (+90 prodotti rispetto al 2022) referenze certificate Fairtrade – ha sintetizzato Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia – Ma sull’ortofrutta c’è ancora parecchio da fare, è forse il settore in cui c’è maggiore arretratezza in termini di sostenibilità”.

Il premio Fairtrade

Per le banane, seppur di poco, lo scenario cambia se si considera il premio generato dall’Italia per i produttori certificati. “In questo caso – ha rilevato Zulian – le banane occupano il secondo posto, dopo il caffè. Quest’anno l’Italia ha totalizzato un premio destinato alle organizzazioni agricole di Asia, Africa e America Latina che supera i 3,6 milioni. Tale cifra sarà investita dagli agricoltori, in modo democratico e trasparente, per realizzare dei progetti di miglioramento della produttività o di sviluppo della comunità“.

“Purtroppo – ha aggiunto – si sta ragionando ancora sull’essenziale. L’86% del premio verrà impiegato per sconfiggere la fame, per sconfiggere la povertà e garantire un lavoro dignitoso”.

Due Diligence, sapere è potere

Durante i lavori, con una disamina ragionata circa le nuove norme europee sui diritti e le attese dei consumatori, è intervenuta Carla Maria Gulotta, docente di Diritto internazionale all’Università degli Studi Milano Bicocca, la cui attenzione si è focalizzata in particolare sulla Due Diligence, ossia l’insieme di norme che mira a garantire che le imprese contribuiscano allo sviluppo sostenibile attraverso l’identificazione di potenziali o effettivi impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente.

“L’Unione europea non sarà più controllore, ma sosterrà le imprese – ha evidenziato – Inoltre viene assegnato un nuovo ruolo al consumatore il quale, grazie a informazioni affidabili, non sarà più un soggetto da difendere, ma potrà contribuire fattivamente a orientare il legislatore. Sapere è potere”. 

Il supporto di Fairtrade

“Di fronte alla Due Diligence, non rileviamo una levata di entusiasmo, perché la sua applicazione comporta un aumento dei costi – ha fatto notare Indira Franco, senior supply chain manager in Fairtrade Italia – In ogni caso Fairtrade può però affiancare le aziende in questo percorso di miglioramento continuo con programmi specifici, anche di carattere finanziario”.

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