Frutta a guscio ed essiccata

06 dicembre 2024

Frutta secca, dal 2025 obbligatorio indicare l'origine

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E' costretta a uscire dall'anonimato la frutta secca sgusciata, per la quale dal primo gennaio 2025 enterà in vigore l'obbligo di indicare l'origine in etichetta. Nocciole, noci, mandorle, pistacchi, pinoli (compresi i mix), ma anche agrumi, fichi, banane ed uva essiccati non potranno più essere venduti senza che alla filiera e al consumatore sia chiara la provenienza. 

Il quadro normativo

La novità, dal punto di vista normativo, fa capo al regolamento delegato numero 2429/2023 riguardante le norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il 3 novembre 2023. Va precisato che per il prodotto non sgusciato l'obbligo circa l'indicazione della provenienza è già in vigore.

La norma prevede l’obbligo di etichettatura di origine non solo per la frutta secca sgusciata o essiccata, ma anche per i prodotti di IV gamma, per i funghi non coltivati, per lo zafferano e per i capperi. Con l'entrata in vigore dell'etichettatura recante l'origine del prodotto viene completato un iter partito nel 2017.

Secondo quanto stabilito dall'Unione europea, le indicazioni esterne previste dalle norme di commercializzazione dovrebbero figurare sull’imballaggio e/o sull’etichetta in modo ben visibile. Inoltre, al fine di evitare frodi e di non indurre in errore il consumatore, le indicazioni prescritte dalle norme di commercializzazione dovrebbero essere disponibili per il consumatore prima dell’acquisto, anche nel caso delle vendite a distanza. 

Infine, per evitare di indurre in errore il consumatore circa l’origine dei prodotti, l’indicazione del paese d’origine dovrebbe essere maggiormente visibile rispetto all’indicazione del paese dell’imballatore.

L'Italia e i partner commerciali

Secondo i dati Ismea, l'Italia è il sesto importatore di frutta a guscio su scala globale, il 13esimo se si guarda la classifica dei Paesi esportatori. Sempre per Ismea, l'Italia ha importato nel 2023 un quantitativo di 460mila tonnellate, quasi due volte la produzione nazionale, per un controvalore di 1,4 miliardi

Si tratta soprattutto di forniture extra-Ue con Usa, Turchia e Cile che insieme concentrano oltre il 50% dei volumi totali. Un ruolo di rilievo è rivestito, tuttavia anche dalla Spagna, da cui dipende circa il 12% del nostro import. 


L'Italia è tra i primi importatori mondiale di frutta in guscio sia per il rilevante fabbisogno dell'industria dolciaria nazionale, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, sia per la significativa crescita dei consumi interni, favoriti dalla diffusione di stili di vita orientati al benessere e dal successo di prodotti innovativi, quali mix e barrette energetiche/dietetiche, che hanno contribuito a destagionalizzare l'acquisto di frutta in guscio svincolandolo dalle tradizionali occasioni legate a ricorrenze e festività.

Un mercato che cresce

Quello della frutta secca è dunque un segmento in crescita: nel 2023, secondo i dati di mercato Circana/Iri, infatti, si è registrata una crescita delle vendite sia a volume (+4%) sia a valore (+7,8%), per un mercato che vale quasi 1,2 miliardi.

Secondo Ismea, nell'ultimo anno il consumo complessivo di frutta in guscio in Italia (considerando la domanda intermedia e finale) si è attestato a 638mila tonnellate, il 25% in più rispetto a dieci anni fa. 

I dati Ismea-NIQ, nel 2023 indicano che la spesa delle famiglie italiane per gli acquisti di frutta in guscio tal quale ha totalizzato 1,1 miliardi di euro (di cui 911 milioni di prodotto confezionato),  per volumi complessivi superiori a 115mila tonnellate. Significativo l'incremento anche rispetto all'anno dell'emergenza Covid, quando le vendite sul circuito domestico avevano registrato un picco di crescita. Rispetto al 2020 gli acquisti sono infatti aumentati dell'11% in termini quantitativi e del 16% in valore.  

I risultati di una ricerca condotta dal Dipartimento Coris della Sapienza di Roma dicono che in cima alle preferenze dei consumatori italiani ci sono noci e mandorle, le quali sono particolarmente apprezzate per le loro proprietà nutritive. Seguono le nocciole, i pistacchi e gli arachidi. Per le castagne il consumo risente ancora di una forte componente stagionale. 

L'origine del prodotto interessa?

Tra i driver di acquisto della frutta secca, sempre secondo la ricerca del Coris, al primo posto è stato indicato il prezzo, seguito dalla qualità, espressa in termini di freschezza e croccantezza, e dal formato che premia le piccole dimensioni, mentre elementi come l'origine italiana, la presenza di marchi di qualità (come i riconoscimenti Dop) e le indicazioni in etichetta sembrano influire in misura minore nei processi decisionali. 

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