04 luglio 2019

Gruppo di contatto ortofrutta a Parigi. Elena Albertini: «Clima di condivisione costruttiva»

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Due giorni di confronto, studio e dibattito, all’interno di un clima costruttivo, «di vera condivisione dei problemi». È il commento di Elena Albertini, coordinatrice del Comitato arance di Alleanza Cooperative, nonché vicepresidente del Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp, che ha fatto parte della delegazione italiana che ha partecipato alla 26esima sessione del gruppo di contatto misto dell'ortofrutta tra Francia, Spagna, Italia e Portogallo che si è tenuto il 25 e 26 giugno scorsi alle porte di Parigi, a Montreuil nella sede di FranceAgriMer.

L’edizione ha visto per la prima volta partecipare il Portogallo non più come solo Paese uditore, ma come parte attiva. Dei sessanta professionisti in rappresentanza dei quattro paesi, per l’Italia sono stati presenti, oltre a Elena Albertini, anche Marta Fiordalisi (Confagricoltura), Pasquale Raiola (CIA), Davide Vernocchi (Alleanza delle Cooperative), Francesco de Leo (Alleanza delle Coperative) e Simona Rubbi (CSO Italy). A presiedere l'incontro per il Mipaaft, Bruno Faraglia e Nicola Cherubini.

Dopo le relazioni con i dati dei singoli gruppi di contatto dei quattro paesi e relativi a fragole, pomodori, agrumi, mele e pere, aglio, pesche e nettarine, tra i temi all’ordine del giorno le questioni fitosanitarie, la ricerca e sperimentazione nel settore ortofrutticolo e la PAC post 2020.

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Nella foto, da sinistra, Simon Fazi, presidente dell'AOP Fruits de Corse, Elena Albertini e Cristobal Aguado, presidente di AVA Asaja Valencia

Le questioni fitosanitarie e la possibilità che in Europa possano entrare merci a rischio è stato certamente un tema molto dibattuto e ha visto un po’ tutti Paesi presenti uniti e d’accordo nel denunciare questo problema.

«Nessuno di noi vuole erigere barriere, ma sicuramente dobbiamo mettere in campo delle prevenzioni idonee», ci spiega Elena Albertini.
Tra i problemi, la possibile importazione da Paesi Terzi, ad esempio, di agrumi affetti da “Citrus Black Spot”, anche chiamata “macchia nera degli agrumi”. «Non devono essere i Paesi Terzi a stabilire che metodi utilizzare per evitare che possano arrivare in Europa prodotti infetti». Quel fungo, ad esempio, ormai si è adattato anche al clima presente in Europa, tanto che a marzo e aprile la Francia ha segnalato 7 volte partite di agrumi provenienti dalla Tunisia con Citrus Black Spot che sono state bloccate.

Non vogliamo istituire barriere commerciali – continua Elena Albertini – ma dobbiamo essere noi a decidere quale metodo devono usare i Paesi Terzi per importare agrumi, anche se in contro-stagione. Chiediamo maggiori controlli e un protocollo un po’ più rigido. Dopo questo incontro il mondo della produzione e le amministrazioni manderanno una lettera comune alla comunità Europea».

Sulla questione importazioni all’ordine del giorno ci sono anche i recenti accordi con i paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), che potrebbero avere un impatto non indifferente per molti produttori di agrumi dei Paesi del sud Europa, Italia in primis. «C’è bisogno di uno studio dell’impatto economico di questo accordo e gli agrumi devono essere considerati prodotti sensibili. Noi riusciamo a soddisfare il fabbisogno europeo con le nostre produzioni, ma se entrano altri prodotti da questi paesi, senza dazi, è un problema. Ad esempio, nel caso dell’importazione di succhi da Brasile e Argentina, i nostri poi non avrebbero più lo stesso valore economico ovviamente».

Tra i tanti temi di analisi e confronti nei due giorni è emersa anche la necessità di un’armonizzazione delle differenti leggi sull'utilizzo dei fitofarmaci presenti nei quattro paesi europei affinché si riesca a raggiungere una vera reciprocità. Inoltre è stato suonato un campanello di allarme circa la proposta nella nuova PAC di voler aumentare fino al 20% la percentuale dei contributi europei da dedicare alla sostenibilità ambientale, richiesta che metterebbe in difficoltà soprattutto le OP più piccole.

Tanti i temi e le preoccupazioni che il Comitato presenterà, quindi, alla Commissione Europea. Prossimo appuntamento nel 2020 in Portogallo. «È stato un incontro importante, abbiamo chiesto tutti la stesse cose – conclude Elena Albertini –. Lo scambio di opinioni e il confronto servono perché aiuta a far sì che ci si renda conto di una necessità comune. Questo è molto importante».

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