02 novembre 2020

Inflazione: le file per Covid fanno crescere i prezzi dell’ortofrutta

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Con le prime file davanti ai supermercati per l'effetto Covid, in controtendenza alla deflazione generale salgono i prezzi al consumo nel carrello della spesa con un rincaro al dettaglio che va dal 10% per la frutta al 5,4% per la verdura.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all'inflazione a ottobre, che registra una spinta al rialzo dei prezzi alimentari dell'1,5% su base annua. Una accelerazione che riguarda al dettaglio sia gli alimenti lavorati, sia quelli non lavorati. Intanto, i prezzi pagati ai produttori spesso diminuiscono con le quotazioni che in molti settori non coprono più neanche i costi. Mettendo così a rischio il sistema agroalimentare nazionale.

“Con l'attuale emergenza l'invito alla distribuzione commerciale e ai consumatori è quello di privilegiare sugli scaffali i prodotti made in Italy duramente colpiti dalla chiusura anticipata della ristorazione. Chiusura – sottolinea la Coldiretti – che ha un effetto negativo a cascata sull'agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento. Un drastico crollo dell'attività che  pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.

“L'approvvigionamento alimentare è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione con 230mila punti di vendita tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica. Occorre dunque evitare inutili file che – conclude la Coldiretti – favoriscono le speculazioni e con gli assembramenti ed aumentano il rischio della diffusione del contagio”.

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